Caltanissetta – – A rischio tre miliardi di euro destinati alla mobilità siciliana che potrebbero essere dirottati altrove. Determinanti, invece, per il rilancio infrastrutturale dell’isola. A lanciare l’allarme è la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa Fita Sicilia.
«Un’ipotesi tanto grave quanto inaccettabile che, se confermata, rappresenterebbe un autentico scippo ai danni della Sicilia, dei suoi cittadini e delle sue imprese», hanno evidenziato i vertici regionali di Cna.
Più in dettaglio in ballo vi sarebbero novecento milioni per la manutenzione delle strade, la mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana, trentaquattro milioni per le arterie gestite dai liberi consorzi e due miliardi destinati all’alta velocità ferroviaria e alla rete autostradale.
«Se questi fondi – ha osservato il presidente di Cna Fita Sicilia, Salvatore Ranno – dovessero essere spostati su altri territori, come pare stia accadendo, non si tratterebbe di una semplice rimodulazione tecnica, ma di una precisa scelta politica che condanna la Sicilia al degrado e all’isolamento infrastrutturale».
E la fotografia della rete viaria siciliana è impietosa, con ventimila chilometri di strade in condizioni disastrose, seicento chilometri di autostrade perennemente interessate da lavori con cantieri infiniti e viabilità a singhiozzo. Basti pensare alla A19 Palermo-Catania, arteria vitale, ma praticamente un percorso a ostacoli. La mobilità isolana, in sostanza, sarebbe tra le peggiori del continente europeo.
I collegamenti interni sono al collasso ma il settanta per cento delle merci entra ed esce dall’isola con il sistema su gomma e via mare. E farne le spese, in termini di costi, ritardi e competitività, sono le imprese.
«Ogni euro sottratto alla Sicilia – hanno rimarcato i coordinatori regionali Giorgio Stracquadanio e Daniela Taranto – è una coltellata al futuro dei nostri giovani, delle nostre imprese, del nostro territorio… Senza strade sicure, porti moderni e ferrovie veloci, non c’è alcun rilancio possibile».