Mussomeli – Addio a Nazarena Catalano, ultima “popolana” e conosciuta da tutti come la mucichiddisa della vecchia guardia del quartiere S. Giovanni. Esce di scena quasi centenaria (avrebbe compiuto il secolo il prossimo settembre), sovrana indiscussa di un pezzo di storia locale … dolente come le note dell’odierno suo requiem. Un urto di vita, quello che ha assecondato, il suo infallibile istinto: il futuro dei figli, fiduciosa promessa di speranza. Lucida fino alla fine era stata protagonista di quella comunità manfredonica, guidata dal compaesano Franco Mancuso, che si trova e ritrova all’ombra della Madonnina. Per i novantanni gli onori di ricevere gli auguri dall’aalora sindaco Pisapia. Nasce a Mussomeli Nazarena nel ’22, anno emblematico che coincide con la presa di potere da parte di Mussolini, e muore -vedi fatalità!- due giorni dopo donna Assunta Almirante, vedova del leader del Msi. Primogenita di una famiglia di cinque fratelli ha, a sua volta, generato una discendenza considerevole: altrettanti cinque figli, undici nipoti e sette pronipoti. E se i numeri un significato ce l’hanno sempre, altrentatto dicasi per i nomi … nomen omen , “vergine, sacra, umile e nazarena” così recita il morgantino Luigi Pulci. “O ce ne andiamo o ti lascio. Dobbiamo andare via per il futturo dei nostri figli” Queste le parole che riecheggiano oggi -triste giorno della scomparsa della mamma- nella memoria dei figli. Una donna caparbria Nazarena, lavoratrice instancabile, presa com’era dal dovere di provvedere ai bisogni della famiglia, astuta Lei prende le misure di una realtà e ne dispone già il salto sociale. Queste le “parole di coltello” che, nell’ormai remoto ’67, fecero di Lei la pioniera di un nuovo modo di gestire il rapporto familiare. Con Salvatore Messina, suo marito e inseparabile compagno di vita. Dal quel fatidico 1936, quando Nazarena, appena quattordicenne e Salvatore non più che diciottenne, scoprirono quella passione che, non ancora storia consolidata, era già forte attrazione. Quel momento in cui il destino ha deciso e disposto tutte le carte … a tavolino. Milano li accolse, pellegrini e nullatenenti, allo sbaraglio in cerca di una sorte migliore. Via da quella “terra dei vinti” che davvero non si confa’ alle sue aspettative di vita. Milano che ha premiato col lavoro, la tenacia della donna del sud… del Sud. Ha dovuto vestire i panni del Fascio, arruolata nella “Giovine Italia” prima ed attrice protagonista dei “Fatti dell’acqua” poi, altra triste pagina della storia locale. Nazarena, con Salvatore, si prende subito la scena, Lei, brillante e dalla battuta sempre pronta. Lei che è l’essenza stessa del progetto, del romanzo della sua vita. E’ lei a ricevere le lettere di Salvatore dal fronte, in luogo della madre di lui, sua futura suocera. Quelle lettere inviatele dalle Croce Rossa, carteggio storico durato cinque anni, consumato fra le angustie e le angosce del fronte, testimone irriverente di un’epoca e di un amore. Che di logica e buon senso … davvero non intende saperne! Con Nazarena se ne va una pagina di storia, lo spaccato fotografico di un mondo, nell’epilogo struggente di quell’amore … materno, coniugale e filiale che fu il fil rouge di tutta un’esistenza. Dopo che verranno celebrati i funerali a Milano, sabato prossimo la tenace donna verrà nel paese natio per le esequie l’ultimo saluto nell’amata chiesa di San Giovanni.