ACQUAVIVA PLATANI – Con la sua auto avrebbe intrappolato quelle dei cognati. Già, perché avrebbe parcheggiato proprio davanti i loro garage, nel cuore dell’Abitato di Acquaviva.
E in una circostanza – come ricostruito poi in sede dibattimentale – sono anche intervenuti i carabinieri del paese.
E alla fine, per questa vicenda è finito in giudizio peri rispondere di violenza privata nei confronti degli stessi cognati.
Ma adesso ne è uscito assolto. Quello nei confronti del cinquantaquattrenne di Acquaviva L.D. – assistito dall’avvocato Vincenzo Ricotta – è stato infatti un verdetto che ha sancito la non colpevolezza.
E per una ragione ben precisa. Non che non abbia posteggiato la sua auto davanti i passi carrabili dei suoi affini ma, piuttosto, semplicemente perché non gli avrebbero mai chiesto di spostarla.
Sì, nonostante in un caso siano intervenuti i militari, i proprietari dei garage non gli avrebbero mai chiesto di togliere la sua macchina.
E questo particolare tutt’altro che trascurabile – rimarcato dalla difesa – sarebbe stato il passaggio nodale che avrebbe indotto il giudice Giuseppina Figliola a emetterla sentenza assolutoria.
Nonostante, di contro, l’accusa attraverso il pubblico ministero Rocco Fascina ne abbia chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione. Proposta a cui si sono affiancate anche le parti civili – assistite dall’avvocatessa Anna Maria Cerrito – che in due circostanze, il 6 e il 9 luglio di tre anni fa, si sarebbero visti bloccare l’ingresso dei rispettivi box.
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