Home Cronaca Addio alla signora Tecla Barcellona, icona di charme e protagonista dell’epopea mineraria

Addio alla signora Tecla Barcellona, icona di charme e protagonista dell’epopea mineraria

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Serradifalco – Se siano i tempi a cambiare le persone o le persone a cambiare i tempi è questione dibattuta, tuttavia,  talune mirabili esistenze  quando lasciano questa terra trascinano via una epopea. E’ il caso della signora Tecla Barcellona, scomparsa venerdì a Serradifalco. Aveva 89 anni. Figlia del notissimo medico mussomelese Giovanni e della signora Isabella Genco, è stata una donna di grande e inconfondibile fascino, charme e stile. La sua scomparsa segna il cambio di passo, la fine di un’epopea salottiera,  elegante e stimolante. La signora Tecla ha vissuto e personificato quell’era opulenta e, solo in apparenza, leggera che ha avvolto per oltre mezzo secolo il paese minerario per eccellenza. Un’età aurea che, forse,  non ritornerà più e di cui la bionda donna è una delle ultime testimoni ed attrici.  Un mondo che si presentava con  segni, riti raffinati e sofisticati ma che si poggiava  su moti di generosità e nobiltà d’animo che erano il vero motore trainante. Nella tavola delle signora Tecla erano banditi i tovaglioli di carta, si utilizzavano sempre posate di argento e la “mise en place” era curata con la devozione di un culto, con accessori, diversi in ogni pasto e pietanza,  per i quali era arduo comprenderne fine e modalità d’uso.  L’osservatore distratto e grossolano “prima facie” potrebbe essere indotto in errore, etichettando, a torto e in modo avventato, questo ambiente come superficiale.  Invero, bastava scostare  questa patina di maniera per scorgere e scoprire  grandi persone d’altri tempi, con un bagaglio di  valori pregevolissimi. L’eloquio forbito è sempre stato supportato da gesti ed esempi quotidiani  di grandissima eleganza morale. Il rispetto per tutti, soprattutto per i deboli e gli  anziani, il saper fronteggiare le difficoltà  e la sofferenza sempre con dignità, la cura  dell’amicizia, la solidarietà con le persone care, il donarsi e sacrificarsi  per la famiglia, sono una parte del  retaggio e dell’eredità spirituale che lascia questa icona di inarrivabile bellezza interiore ed esteriore. Abilissima conversatrice, riusciva a dialogare con tutti, potenti e umili, giovani e diversamente giovani. Questa attitudine distinta e socievole la portò a stringere numerosissime amicizie praticamente in tutta la Sicilia.  Nonostante adorasse il paese dove viveva non aveva mai reciso il legame con il suo paese.  Nel Natale 2020 durante l’ulltimo soggiorno nel paese manfredonico presso il fratello Guido e la cognata Enza  ebbe a dire: “Ricordati che sono una Barcellona, Serradifalco è il marito, Mussomeli il papà”.

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