Palermo – Grido d’allarme per l’immediato futuro dell’istruzione siciliana guardando all’ulteriore riduzione della popolazione scolastica nell’Isola. A lanciarlo è la Flc Cgil Sicilia per voce del segretario generale Adriano Rizza.
«Il calo demografico e il dimensionamento scolastico imposti dal governo – è la sua analisi – stanno impoverendo la scuola pubblica siciliana… la perdita di poco meno di 8.500 studenti nel prossimo anno scolastico è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare».
Sì , perché i numeri, impietosamente, attesterebbero che per il prossimo anno scolastico la Sicilia perderà 8.496 alunni, passando da 659.007 a 650.511 studenti. Una diminuzione che, inevitabilmente, produrrà contrazioni sull’organico del personale scolastico.
«Questo – ha spiegato Rizza – è l’effetto combinato del calo delle nascite e delle scelte miopi del governo nazionale, che ha avviato un processo di dimensionamento scolastico che penalizza le scuole del Mezzogiorno e, in particolare, la nostra regione… Una logica puramente numerica che ignora le reali esigenze dei territori, soprattutto di quelli più fragili e a rischio spopolamento».
Secondo la stessa firma sindacale, il taglio degli organici non solo comporterà una diminuzione dei posti di lavoro per docenti e personale ata, ma inciderà negativamente sulla qualità della didattica e sulle condizioni di lavoro nelle scuole.
«Serve un cambio di rotta – ha avvertito Rizza – con scelte politiche intelligenti e coraggiose… occorre ridurre il numero di alunni per classe, per garantire una scuola inclusiva e di qualità, e investire concretamente nei territori interni e montani, contrastando lo spopolamento e sostenendo la presenza di presìdi scolastici diffusi e accessibili… Non possiamo che a pagare il prezzo della crisi demografica e delle politiche sbagliate siano le nostre scuole, i nostri lavoratori e, soprattutto, i nostri studenti», ha concluso il segretario generale della Flc Cgil Sicilia.
