Mussomeli – “Questa soluzione del voto da casa sul restyling di Piazza Umberto I mi ricorda la manifestazione di Miss italia. Solo che qui non è un concorso di bellezza, dato che i concorrenti sono le tre varianti di un progetto tutt’altro che avvenente”. Massimo Allenza, imprenditore mussomelese, è una voce critica sulla soluzione proposta nell’ultimo consiglio comunale, ovvero quella di di procedere a una consultazione tra tre ipotesi progettuali. “Non è un sistema democratico – spiega il patron della nota torrefazione – sotto diversi punti di vista. Non è ancora ben chiara come e quando avverrà la consultazione. Via social? Chi non è scritto al social o non è provvisto di Internet verrebbe tagliate fuori? Questo è un problema non da poco. Aggiungo poi che questo sistema non garantisce nemmeno la volontà della maggioranza. Un esempio pratico può aiutare. Supponiamo che partecipino a questo fantomatico referendum 1000 persone. 300 votino per il progetto A, altri 300 internauti per il progetto B e 400 utenti per il progetto C. Vincerebbe il progetto C anche se il 60% si è espresso per una soluzione differente.” Allenza poi precisa: “Sono tre scelte obbligate, non tre progetti ma modifiche di uno stesso progetto. Quindi alla fine non sarà né il popolo e neppure i votanti a decidere. Una scelta andava fatta prima, mentre in questo modo il margine di autonomia di chi si esprime è risicatissimo, quasi inesistente. Più che un referendum è un gioco dove si indica il pacco A, B o C, senza conoscerne il contenuto. Peccato che stiamo giocando con la storia e un luogo simbolo di Mussomeli”.
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