Milena – Secco «no» del Pd al cosiddetto piano regionale per l’amianto. Quello che, peraltro, nell’area del Nisseno e del Vallone in particolare, prevedrebbe la nascita di due aree di stoccaggio dell’amianto.
Le zone in questione sono il giacimento di sale a Milena e la miniera Bosco nell’area compresa tra San Cataldo e Serradifalco.
Ma adesso il Pd, attraverso il vice segretario regionale, il sindaco di Montedoro, Renzo Bufalino, ha chiesto che sulla questione l’assessore regionale al territorio, Salvatore Cordaro, venga ascoltato in commissione Ambiente all’Ars. Perché riferisca su questi indirizzi di scelta.
Per quanto riguarda le due aree di deposito previste nel Nisseno, secondo previsioni nascerebbero a poca distanza una dall’altra. Ed è un primo allarme lanciato. Ma v’è dell’altro.
Già perché le due aree in questione – sempre secondo i vertici siciliani del partito democratico- sarebbero già di loro in condizioni critiche per via degli stessi ex siti minerari che ospitano e che versano in totale abbandono.
Bosco, in particolare, viene indicata come una vera e propria bomba ecologica con una enorme quantità di eternit esposto a tutte le intemperie. E anche dal punto di vista geologico presenterebbe forti criticità.
Mentre per quanto riguarda il sito minerario di Milena è stato evidenziato come ancora il filone sia attivo. Le scorte del sito sono tutt’altro che esaurite e, volendo, ancora sfruttabili.
Da qui il richiamo a una scelta condivisa anche con il territorio e le sue espressioni istituzionali che finora, secondo gli stessi vertici del Pd, non sarebbero stati coinvolti in queste scelte d’importanza strategica.
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