Caltanissetta – Annullate le misure interdittive per i sospetti assenteisti all’Urega di Caltanissetta. È stato il tribunale ad accogliere il ricorso presentato dagli indagati attraverso i loro legali.
E alla fine nove delle misure emesse dal gip Grazia Luparello tre settimane fa sono state adesso annullate dal «Riesame» presieduto da Andrea Catalano, relatore estensore Salvina Finazzo e ha completato il Collegio Antonia Leone.
L’originaria ordinanza ha imposto a dieci, tra funzionari e dirigenti dell’Ufficio regionale gare di appalto, la sospensione dal lavoro per un periodo variabile da un massimo di un anno a un minimo di sei mesi.
Ma adesso il tribunale – accogliendo i ricorsi degli avvocati Giuseppe Panepinto, Massimo Dell’Utri Walter Tesauro, Davide Schillaci, Renata Accardi e Rosario Di Proietto – ha inferto il colpo di spugna.
Il perché è presto spiegato. È per un vizio procedurale, in sostanza, che sono state cancellate.
Già perché il gip avrebbe imposto le misure, ossia la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio, senza prima provvedere in via preventiva agli interrogatori di garanzia degli indagati. E per qualcuno – come hanno osservato i legali – manccherebbe anche l’aspetto legato all’attualità dei fatti contestati e il pericolo di reiterare il reato, perché già in pensione.
Secondo l’impianto accusatorio parecchi dipendenti dell’Urega di Caltanissetta avrebbero timbrato il cartellino e poi si sarebbero allontanati arbitrariamente dall’ufficio con sospette assenze ingiustificate, più o meno prolungate.
E – per magistrati e guardia di finanza – se ne sarebbero andati in giro per bar, a fare compere oppure a sbrigare faccende personali o di famiglia o semplicemente a passeggiare in auto.
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