Caltanissetta – Colpo alla cosiddetta agromafia. È arrivato dalla polizia che ha sequestrato un’azienda agricola e un gregge composto da 550 capi. Beni che, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto capo a un presunto esponente del clan Emmanuello.
Un tesoro, quello su cui la giustizia ha posato le mani, il cui valore, tra immobili e mobili, è stato stimato in oltre mezzo milione di euro.
La misura patrimoniale è scattata nei confronti del gelese Maurizio Trubia, inteso Enzo, allevatore di ovini e caprini.
È stato il tribunale ea disporre il sequestro dell’azienda agricola che, in realtà, è intestata alla moglie., M.S., di nazionalità romena.
A lei fanno capo azienda e tutto quanto ruota attorno come macchine agricole. Nel gran calderone del provvedimento anche beni mobili registrati, terreni per una superficie totale complessiva di oltre 6 ettari, 5 fabbricati e quattro rapporti finanziari. Possedimenti che, secondo polizia e magistrati, farebbero capo a Maurizio Trubia.
È stato grazie alla collaborazione dei veterinari dell’Asp di Caltanissetta e al corpo forestale regionale, che sono stati scoperti anche 550 ovini e caprini nella disponibilità di Trubia. Sono stati censiti e sottoposti a controllo veterinario, tutti destinati e già avviati in un’azienda agricola già da tempo confiscata alla mafia.
Sullo sfondo, il presunto spessore criminale attribuito allo stesso Trubia che in seno a Cosa nostra, secondo gli inquirenti, avrebbe assunto un ruolo di prestigio. E secondo le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, a un certo punto Trubia avrebbe assunto il ruolo di reggente della famiglia mafiosa gelese degli Emmanuello, già dalla morte dell’omonimo boss Daniele avvenuta nel dicembre di dodici anni fa.
Il legame tra la famiglia di Maurizio Trubia e la cosca Emmanuello sarebbe molto profondo: suo fratello, Massimiliano Trubia e il cugino Francesco Trubia Francesco sono stati uccisi in un agguato mafioso nel ‘91, così come il cognato Massimo Trubia, esponente dello stesso clan, finito nel mirino dei killer nel 2006 a Gela.
E nel passato dello stesso Maurizio Trubia spiccano più precedenti con la giustizia, in primo luogo – secondo la stessa accusa- per associazione mafiosa.