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Blitz su spaccio di cocaina e hashish a San Cataldo, sospetto pusher “dimenticato” nei processi: ora i fatti per lui sono ormai prescritti

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San Cataldo – Di lui, in quell’operazione antidroga in cui era stato coinvolto, si erano completamente dimenticati. E così, mentre per gli altri il procedimento s’è già chiuso da anni, per lui si è arrivato soltanto ora la sentenza.  Perché l’iter procedurale nei suoi confronti è stato riformulato di sana pianta. A partire dall’avviso di conclusione delle indagini, sino alla richiesta di rinvio a giudizio e poi il gup che ne ha disposto il processo. Mentre ormai, gli altri indagati, avevano già praticamente chiuso la partita.

Infatti di tempo ne è trascorso assai. Troppo. E , alla fine, con la riqualificazione delle contestazioni in fatti di lieve entità, così come chiesto dalla difesa, i fatti sono finiti in prescrizione.

Così, a sei anni dall’operazione dei carabinieri, nome in codice «Lulù», per un sospetto pusher, A.T.  – assistito dall’avvocato Rosario Di Proietto – nei confronti del quale il giudice Nicoletta Frasca , adesso, ha dichiarato il non doversi procedere perché il reato è estinto per prescrizione.

Il presunto spacciatore era rimasto indagato in libertà per l’inchiesta che nel settembre di sei anni addietro ha fatto scattare undici misure cautelari – tra carcere, domiciliari e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – mentre il suo nome è poi rimasto nel limbo.

Per i coinvolti le accuse sono state, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, concorso in associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e singoli episodi di smercio.

Ma nel momento in cui la procura ha chiesto il processo, inspiegabilmente , il suo nome è rimasto fuori da ogni procedimento. E così, successivamente, sette imputati sono stati condannati con il rito abbreviato e hanno poi concordato la pena, altri tre sono stati giudicati colpevoli con il rito ordinario. Con pene, peraltro, anche pesanti, fino a sette anni e mezzo.

Il quadro accusatorio che è stato contestato loro è legato all’indagine dei carabinieri andata avanti per un anno e che avrebbe preso in esame una piazza di smercio, di cocaina e hashish a San Cataldo, nell’arco temporale che va dalla seconda metà del 2016 fino all’anno successivo. Le cessioni , avvenute nella maggior parte dei casi nell’area di San Cataldo, sono state “catturate” da microcamere piazzate dai carabinieri.

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