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Bonus latte, tuonano Schillaci, Chinnici e associazione L’Arte di crescere: «Sconosciuto dalle Asp e dai Caf… fatto i fondi statali?»

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Caltanissetta – Rebus sul bonus latte per le mamme che non possono allattare. «In Sicilia c’è, ma alcune Asp non ne sanno nemmeno parlare… Quante mamme ha raggiunto?», è l’interrogativo che s’è levato all’Ars da M5S, Pd e dall’associazione “L’Arte di crescere”. Ed è stata presentata una interrogazione parlamentare.

Gridano al «diritto negato» e poi hanno posto un chiaro quesito: «Che fine hanno fatto i fondi statali?». E le deputate regionali Roberta Schillaci e Valentina Chinnici hanno rimarcato che «il bonus latte artificiale per le mamme che non possono allattare perché affette da determinate patologie è previsto una legge statale del 2019, ma in Sicilia, nonostante le somme siano state trasferite da tempo alle Regioni e da queste alle Asp, resta sconosciuto ai più… ci chiediamo , pertanto, se e in che misura sia stato erogato, considerato che alcune Asp che dovevano corrisponderlo ai cittadini non ne sanno nemmeno parlare. Siamo di fronte ad un clamoroso diritto negato»
E sono andate avanti aggiungendo «non sanno cosa sia di preciso- riferendosi alle aziende sanitarie isolane – altre non ne avrebbero nemmeno sentito parlare. Nemmeno i Caf interpellati sapevano nulla… per non parlare della modulistica dedicata, che sarebbe praticamente inesistente, cosa che di fatto rende impossibile pure la presentazione della domanda per ottenere il sussidio. Nel sito dell’assessorato e delle Asp il bonus non è nemmeno pubblicizzato e la pubblicità era prevista dal decreto ministeriale di attuazione delle legge».
Il sussidio ha tratto linfa dalla legge statale di bilancio 2020 e prevede un contributo fino a 400 euro per l’acquisto di sostituti del latte materno da destinare alle neo mamme con Isee non superiore a 30 mila euro e affette da patologie certificate che impediscono loro l’allattamento naturale
A sollevare la questione è stata l’associazione l’Arte di crescere. E adesso, per le due parlamentari regionali, la questione ha assunto i contorni «di un caso di ingiustizia sociale in una regione che è all’ultimo posto per allattamento materno… su questo fronte, culturale innanzitutto, dobbiamo lavorare per sensibilizzare la cittadinanza sui benefici derivanti ai bambini e alle madri dall’allattamento materno».

E hanno fatto da eco le osservazioni mosse dell’associazione L’arte di crescere che, per voce di Claudia Pilato, ha rimarcato che «non è un tema di nicchia, ma una pratica politica che riguarda tutta la comunità. Riteniamo che l’allattamento, così come l’alimentazione con formula, siano un processo multifattoriale per il quale servono interventi economici, sanitari, culturali, pedagogici, sociali e ambientali», ha concluso Pilato.

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