Palermo – Debutta domani alle ore 21:00, sulla monumentale scalinata del Teatro Massimo di Palermo “Cavalleria Rusticana Opera Cuntata” del cuntastorie Salvo Piparo. L’opera ottocentesca, dell’illustre musicista Pietro Mascagni, rivive per nome e per “cunto”, di un siciliano “perbene” e altrettanto illustre che della causa sociale ne ha fatto una priorità. Persino e soprattutto nelle sue storie. Cuntate. Autore, regista e interprete di questo speciale appuntamento realizzato in collaborazione con l’associazione Kleis, Piparo farà rivivere l’opera di amore e morte tratta dalla novella di Giovanni Verga, attraverso la forza e l’immediatezza del “cunto” siciliano. La scalinata del Massimo domani, per l’occasione, sarà teatro dei ricordi di Piparo bambino, quel repertorio intimo e tutto personale, a cui l’artista palermitano attinge per dare voce e forza alle sue narrazioni. Che sono sue ma sono anche di tutti! Storie universali che si calano nel particolare frammento di un vissuto, e che prendono vigore dalla narrazione. Dal verbo. Sapienetemente modulato sul ritmo della metrica che si fa canto del cunto. La storia è antica, e parte da lontano, storia di morte e passione che fu rappresentata proprio all’interno di quel Teatro nel 1989, mentre sulla scalinata -ricorda Piparo- Francis Ford Coppola girava le indimenticabili scene de “Il padrino – Parte III” con Al Pacino, Andy Garcia e Sofia Coppola. Moderna è invece la genesi del progetto di oggi, che “parte dai fatti tristi di Monreale, fatti di violenza che nei week-end dilagano sulle cronache della città. “E così che è nata l’idea di parafrasare ‘Cavalleria Rusticana’, oltre che raccontarla, quel codice d’onore di ottocentesca memoria, il regolamento di conti che miete vittime oggi come ieri, ieri come oggi”. Piparo racconta l’opera decifrandola attraverso i codici dell’attualità e toccando trasversalmente temi come la violenza, gli alterchi e gli sgarbi. Subìti o arrecati. Temi che ancora impregnano di sè i vicoli della città, che inquinano le vite disperate di quei “ragazzi di vita”, e riempiono le cronache impietose di un quotidiano ai limiti del tollerabile. Chè la notizia quasi non fa più notizia! Ma il poeta è vate e non può nè tacere nè girarsi dall’altra parte. E di quei vicoli ne ha respirato l’odore sin dalla nascita. Domani a Palermo, dopo centotrentacinque anni dalla prima rappresentazione dell’opera, Eros e Thanatos, dunque, nuovamente protagonisti di un destino vittima del Fato. Laddove a mancare è il pathos,e una Dike di arcaica memoria ad alimentare il senso e il potere di un’ingiustizia che solo al miracolo del palcoscenico può demandare l’epifania della sua catarsi. E quindi, catarsi sia! Nella città buttana e santa, ancora una volta, sempre.
Un progetto impegnativo che vedrà sulla scena anche sette giovani narratori, Martina Saladino, Benedetta Vitale, Monica Scibona, Paolo Cacciatore, Claudia Calì, Giuseppe Portaluri, a rappresentare il popolo a cui è affidata la coscienza dei fatti, le contraddizioni dlle gesta e la rivalsa della giustizia. Sullo sfondo immagini di repertorio degli allestimenti storici di Cavalleria Rusticana al Teatro Massimo.
L’evento unico è aperto a tutta la città.
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