Caltanissetta – L’accusa è di avere commercializzato mascherine protettive taroccate. Questo, almeno, è quanto ritenuto gli inquirenti nei loro confronti.
È la contestazione che pende sulla trentaduenne Raquel Beatriz Mendoza Rivero e il cinquantacinquenne Sandro Filippo La Porta – assistiti dall’avvocato Michele Micalizzi – chiamati a rispondere di frode nell’esercizio del commercio nella loro veste, rispettivamente, di rappresentante legale e amministratore della della «Cooperation force – import export srls».
Ne avrebbero fatto le spese una dozzina di farmacisti di mezza Sicilia – San Cataldo, Palermo, Favara, Canicattì, Catania e Delia in particolare – mentre tre di loro si sono costituiti parte civile.
Sono il farmacista di Palermo, Marco Savoca e Arnaldo Pilato e Giuliano Massimo Marrocco, presidente dell’ordine dei farmacisti nisseni – assistiti dall’avvocato Dino Milazzo – i soli accomunati dalla stessa scelta di costituirsi.
Secondo l’accusa, nel momento critico della pandemia – e quel regime d’urgenza del momento per l’accusa rappresenta un’aggravante – avrebbero commercializzato mascherine chirurgiche e “Ffp2” non conformi.
Più in dettaglio, secondo i magistrati, non avrebbero riportato la imprescindibile certificazione della Comunità europea. Così da renderle, per l’accusa, taroccate.
Ora la difesa dei due imputati, prima che si aprissi il procedimento a loro carico, ha chiesto un termine per valutare la possibilità di ricorrere a un rito alternativo.