Caltanissetta – Si allarga l’inchiesta sulla presunta “copertura” al filone mafia-appalti dei primi anni ’90 nel capoluogo isolano. Su questo dossier si era anche catalizzata l’attenzione di Paolo Borsellino.
Dopo l’ex sostituto procuratore di Palermo, Gioacchino Natoli e il generale della guardia di finanza Stefano Screpanti, ora è indagato dalla procura di Caltanissetta anche l’ex procuratore di Reggio Calabria e Roma – ancor prima è stato «aggiunto» a Palermo – Giuseppe Pignatone.
Anche il suo nome è finito al centro del fascicolo aperto dalla procura nissena e che guarda a quell’inchiesta su mafia e appalti nel ’92 che – secondo la teoria dei magistrati nisseni – avrebbe subito una forte frenata finendo per favorire imprenditori ritenuti in odor di mafia.
In particolare quegli incartamenti avrebbero riguardato i palermitani Francesco Bonura e Antonio Buscemi – indicati dagli inquirenti come mafiosi – l’imprenditore Ernesto Di Fresco ed i loro rapporti con il gruppo industriale Ferruzzi con a capo Raul Gardini, Giovanni Bini e Lorenzo Panzavolta
Anche Pignatone è stato convocato dalla procura nissena per essere ascoltato. Così com’è già avvenuto a inizio mese per Natoli , che si è avvalso della facoltà di non rispondere, preannunciando che avrebbe chiarito tutto con i pm nisseni in un secondo momento, così come il generale Screpanti che, invece, ha risposto alle domande dei magistrati.