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Corte d’Appello, s’insedia la nuova presidente Motta: «Ascolto e condivisione i due aspetti che ritengo essenziali»

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Caltanissetta – «Ascolto e condivisione sono i due aspetti che ritengo essenziali per un ufficio giudiziario». Uno dei passaggi chiave di quella che è la visione della nuova presidente del distretto di corte d’Appello di Caltanissetta, Domenica Motta, insediatasi ufficialmente nelle scorse ore con una cerimonia partecipatissima.

Magistrato di elevatissimo spessore, forte della sua decennale esperienza a Catania, di grande carica umana, ha assunto il timone della corte d’Appello raccogliendo una pesantissima eredità dopo la collocazione a riposo del suo predecessore, Maria Grazia Vagliasindi che ha lasciato un segno indelebile in questo distretto. «È un successo giurisdizionale… oggi ti consegno la mia casa e la mia famiglia», così l’ex presidente Vagliasindi segnando, di fatto, il passaggio del testimone.

«Mi lascia un’eredità pesantissima … mi sento come una sorella minore che succede alla più

brava della classe» dopo un affettuosissimo abbraccio tra loro che suggella la successione.

 E il suo abbandonarsi alla commozione, più volte, ne ha esaltato il valore, personale e professionale. Ora è Domenica Motta – «Mimma», come è chiamata da tanti suoi colleghi di Catania che con lei hanno condiviso tanti anni negli uffici giudiziari del capoluogo etneo – il nuovo faro.

Ed è con un grosso carico di umanità e professionalità che s’è presentata negli uffici di via Libertà. Con osservazioni di apprezzamento e di stima che si sono levate nei suoi confronti dai vertici della magistratura nissena e catanese. Con una ”reputazione”, nel mondo della magistratura, più che elevata.

«Cercherò d’impegnarmi con tutte le mie forze», è il suo patto di responsabilità. E, guardando ai problemi oggettivi che l’ufficio giudiziario nisseno presenta, «organico esiguo e problemi connessi alla riforma della giustizia», come ha sottolineato il procuratore generale Fabio D’Anna, nell’accettare senza timore questa nuova sfida ha fatto suo il richiamo «sembra impossibile farcela finché non è fatto», rifacendosi a una citazione di Nelson “Madiba” Mandela.

E il suo ultimo pensiero al cospetto di un’aula affollatissima e rapita dalla sua semplicità e profondità al tempo stesso , in questo suo rivolgersi ai presenti spesso rotto dalla commozione, è  andato alla sua famiglia. Ai suoi tre figli, il marito e il nipotino di appena due anni, per lei, alto magistrato dalla forte carica umana, vera forza trascinante.

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