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«Crimini di guerra e giustizia penale internazionale: le sfide attuali», incontro a cura di magistratura e avvocatura

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Con un occhio all’Ucraina e ai crimini che si stanno consumando. Passando, più in dettaglio, per un tema particolarmente spinoso, ossia «crimini di guerra e giustizia penale internazionale: le sfide attuali». Che sarà poi l’argomento di un incontro a cura della sezione nissena della scuola superiore della magistratura, oltre che dell’ordine degli avvocati di Caltanissetta e della scuola forense nissena.L’incontro  – in programma al palazzo di giustizi adi Caltanissetta per martedì 31 maggio alle 15.45 – si aprirà con un breve reportage dall’Ucraina realizzato sul campo dal giornalista del «The Guardian», Lorenzo Tondo  e sarà spunto di riflessione sui possibili crimini di guerra commessi in Ucraina. Interverranno Salvatore Angelo Zappalà che si soffermerà sui  compiti della Corte penale internazionale, il giudice del stessa corte internazionale, Cuno Jacob Tarfusser,  il procuratore generale militare della Corte militare di appello di Roma, Marco De Paolis che affronterà il tema della giurisdizione penale con particolare riferimento al fenomeno dei cosiddetti combattenti stranieri, i foreign fighters. Concluderà i lavori il presidente della corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi. «L’attenzione sui crimini di guerra – è stato osservato – è altissima. Ad investigare, oltre alle autorità di Kiev, sono varie istituzioni internazionali, fra cui la Corte penale internazionale che, pur non essendo un organo di diritto dell’Onu, può essere attivata dal Consiglio di sicurezza che ha il potere di deferire alla Corte situazioni che altrimenti non sarebbero sotto la sua giurisdizione. Anche il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato a larga maggioranza l’apertura di un’indagine sulle atrocità commesse in Ucraina… per quanto le iniziative in sede internazionale – è stato spiegato – possano avere un importante valore, va ricordato, purtroppo, che non esiste un meccanismo coercitivo che faccia sì che le condanne vengano poi effettivamente eseguite».

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