Home Cronaca Delitto Fiandaca, colpo di spugna a due ergastoli e altrettanti ne restano confermati...

Delitto Fiandaca, colpo di spugna a due ergastoli e altrettanti ne restano confermati in appello

282 views
0

Riesi – Colpo di spugna a due ergastoli. Altrettanti ne restano confermati. Così come una terza condanna, ma a 5 anni per l’arma che sarebbe stata imbracciata dai sicari.

Così, dopo sei ore di camera di consiglio s’è chiuso il processo d’appello per il delitto di Salvatore Fiandaca, ucciso a Riesi ,  a colpi d’arma da fuoco,  il 13 febbraio 2018.

Annullate le condanne al carcere a vita per il trentaduenne Michael Stephen Castorina  e il trentottenne Gaetano Di Martino – assistiti dagli avvocati Vincenzo Vitello, Adriana Vella e Angelo Asaro – mentre sono state confermate nei confronti  del  trentaquattrenne Pino Bartoli  e il  ventitreenne Giuseppe Antonio Santino  – difesi dagli avvocati Giovanni Maggio e Michele Ambra – tutti alla sbarra per omicidio aggravato dalla premeditazione e  porto di armi.

Ribadita pure la colpevolezza del trentaduenne riesino Loris Cristian Leonardi – (assistito dagli avvocati Carmelo Terranova e Giada Faraci – accusato di per porto d’arma e ricettazione dello stesso fucile. Imputazione legata a quel fucile calibro 12 che, per l’accusa, avrebbe procurato al gruppo che poi si sarebbe macchiato della missione di morte.

Nei loro confronti i familiari della vittima – assistiti dagli avvocati Walter Tesauro e Giovanni Pace – si sono costituiti parti civili.

La procura generale, rappresentata dei sostituti pg Antonino Patti e Gaetano Bono, ponendo l’accento su non pochi coni d’ombra che sarebbero emersi in relazione alle indagini che sono state alla base delle condanne in primo grado, al termine della requisitoria, andata avanti per diversa udienza, ha chiesto l’assoluzione di tutti i gli imputati.

La procura generale ha messo in discussione le modalità con cui sono state montate microspie sull’auto del vicepresidente regionale di «Sos impresa – Rete per la legalità», lo stesso che da un giovane riesino avrebbe raccolto rivelazioni sull’omicidio Fiandaca.  Ma quella sorta di super testimone, come egli stesso ha poi riferito durante il processo d’appello, sarebbe stato in qualche modo suggestionato da voci di paese e dallo stesso coordinatore regionale dell’associazione per la legalità. Non ha negato, pur non ricordando, di avere pronunciato quelle parole, ma perché si sarebbe trovato in uno stato di confusione mentale.

Altro aspetto finito sotto la lente della procura generale è stato il ritrovamento di una cicca di sigaretta sul luogo dell’agguato e ricondotta a Santino. Ma quel mozzicone, secondo i sostituti Patti e Bono, si sarebbe presentato come spento in un posacenere piuttosto che gettato in aperta campagna e peraltro sul terreno bagnato dalla pioggia. E poi tanti altri passaggi ancora che non avrebbero convinto la procura generale, tanto da indurla a chiedere un verdetto assolutorio per tutti.

Ti è piaciuto questo post?

Clicca sulle stelline per dare un voto!

Average rating 0 / 5. Vote count: 0

Vota per primo questo articolo

Condividi