Caltanissetta – Il leitmotiv della vicenda sa un po’ di revenge porn. Con un lui e una lei, entrambi giovanissimi, e un filmato osé che sta su chat su cui non dovrebbe.
Un cliché già visto e rivisto e che ancora una volta sarà al centro di un’altra vicenda giudiziaria. Che segue esattamente il canovaccio tipico di situazioni in cui la condivisione di materiale privato finisce per calpestare il decoro di altri.
Sì perché a essere finito sotto indagine prima, sull’onda lunga di una denuncia presentata a suo carico e, successivamente a giudizio, è un giovane che ha diffuso materiale, online, che non avrebbe dovuto. Questa, almeno, è la contestazione a suo carico.
Sì, perché secondo la tesi accusatoria avrebbe fatto girare su una nota app di messaggistica delle immagini “spinte” della sua fidanzatina, così da renderle visibili a chi su quelle chat era presente.
Filmati che non sono stati rubati da lui, ma che avrebbe volontariamente ricevuto dalla sua fidanzatina. Ma, come ritiene l’accusa, il reato sta nell’aver fatto circolare quel video “audace”.
