Mussomeli – La comunicazione mezzo social del sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania, di sabato 15 giugno, circa la concentrazione di manganese presente nelle acque dell’invaso Fanaco, a causa della limitata capacità dello stesso -così come, a sua volta, comunicato da Siciliacque- ha destato qualche allarmismo e non poche perplessità circa l’uso effettivo che è consigliato farne. In particolare, a generare confusione sarebbe stata la dicitura “consumo umano” non a tutti comprensibile. Nello stesso post, tuttavia, Catania, chiariva che è “sconsigliato l’uso dell’acqua solo per bere o per lavare frutta e verdura”. Lasciando chiaramente intendere che tutte le altre tipologie di utilizzo sono consentite.
Fatto sta che “la goccia” ha fatto traboccare gli animi esasperati per le emergenze che, dal Covid in poi, si stanno susseguendo quasi senza soluzione di continuità. Surriscandando le reazioni dei cittadini che, da un lato reclamano alternative mai prese in considerazione -come l’acqua dalle Madonie- e, dall’altro, rivendicano i diritti ad un servizio per il quale si continua a pagare e del quale non si usifruisce. Una bella stagione che si preanuncia tutt’altro che bella. Si pensa che saranno compromesse pure le attività balneari con tutte le conseguenze relative ai disagi familiari e all’economia. E non è esclusa neanche una ripercussione sul ritorno degli emigrati all’estero, già peraltro sempre più diradato negli ultimi anni.
Uno scenario da pandemia che ieri ha fatto registrare la corsa al carrello. Un’insolita domenica in cui i supermercati sono stati presi d’assalto e perdipiù quel bene primario che è appunto l’acqua. Con tutto il disappunto di chi, magari per eccesso di zelo, si ritrovava a comprare l’acqua per cucinare.
Nondimeno, da qualche giorno, l’approviggionamento di acqua presso la sorgente di contrada Annivina, prima aperto a tutti, è consentito solo ai proprietari di aziende zootecniche. A farne maggiormente le spese, del razionamento idrico, sarebbero i residenti fuori dal centro abitato che, al momento, riferiscono, “ricevono l’acqua ogni quindici/venti giorni” mentre in paese, secondo quanto riferito dai tecnici del gestore territoriale “arriverebbe anche ogni quattro/cinque giorni”.
Un problema serio determinato da svariate cause, quale, una rete idrica ormai desueta che farebbe perdere circa il 42% dell’acqua prelevata dagli invasi, ventinove quelli presenti in tutta la Sicilia. E che si starebbe cercando di arginare, a detta del sindaco di Mussomeli, nonchè deputato regionale e vicepresidente della Commissione Attività Produttive, con la trivellazione di pozzi nel palermitano e nell’agrigentino, non più utilizzati e la realizzazione di condutture di collegamento tra i vari invasi in modo tale da potere travasare l’acqua da uno che ne ha di più a uno che ne ha di meno. Come quello del Fanaco che serve il centro abnitato del paese. A fronte della capienza totale degli invasi che è di 1.000.000 di metri cubi al momento ne sono presenti solamente 290 mila. Una dotazione idrica al momento del 29% che, in ARS, ha fatto decidere, per il razionamento sin dall’inizio d’anno. A più lungo termine prevista la riattivazione dei tre dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani che sarebbe la soluzione definitiva. Ma non immediatamente realizzabile così come appare anche difficile, anche se non del tutto esclusa, la pista del ripristino della conduttura Madonie Est.