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«Facevano soldi con una discarica abusiva», chi nega e chi ammette ma per necessità

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immagine di archivio

Sommatino – Qualcuno nega, altri ammettono le responsabilità ma spiegando anche le ragioni. Così i componenti di un nucleo familiare arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri perché accusati avere creato una pattumiera a cielo aperto a Sommatino. E con questi scarti avrebbero pure guadagnato quattrini. Almeno secondo la tesi di carabinieri e magistrati.

Il primo a respingere le accuse in maniera netta è stato il cinquantaquattrenne Salvatore Chiarelli – assistito dagli avvocati Danilo Tipo e Giovanni Sanfilippo –  che ha asserito di essersi recato in quell’area solo poche volte, nel periodo in questione, forse sei, ma non per scaricare rifiuti ma perché lì alleva qualche cavallo. «Non ho mai commerciato ferro vecchio, magari qualche volta posso avere aiutato mio fratello a svuotare il camion, ma mai lavorato con il ferro vecchio… potete anche chiedere in paese».

Secca smentita è arrivata anche dal figlio, il ventisettenne  Nicola Chiarelli – assistito dall’avvocato Giovanni Sanfilippo – il quale ha sostenuto di essersi recato poche volte in quella discarica, ma solo per liberarsi di qualche oggetto vecchio di casa sua. Anche lui nega di avere fatto affari .

Gli altri quattro, invece, hanno ammesso ma spiegando di avere agito solo per rimediare qualche soldo, giusto per tirare avanti.

Ed è una teoria che ha accomunato il cinquantaquattrenne Calogero Chiarelli, i figli Christian e Nicolò, ventunenne il primo, trentunenne l’altro – difesi dall’avvocato Salvatore Domante) e il trentenne Fabio Chiarelli  – assistito dall’avvocato Giovanni Sanfilippo –  figlio di Salvatore.

Ai sei la procura di Caltanissetta ha contestato i reati di traffico e combustione illecita di rifiuti. Sì, perché secondo l’accusa avrebbero venduto ferro vecchio a paio di ditte che lo trattano e il resto degli scarti, inutilizzabile, sarebbe stato anche bruciato.

Tutto sarebbe avvenuto in una discarica abusiva sorta nell’area di quella che doveva essere la stazione ferroviaria di Sommatino.

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