Caltanissetta – È un esercito d’imputati quello che rischia di finire in giudizio. Su loro, tutti tirati in ballo per un traffico di droga – fiumi di cocaina, hashish e marijuana – pende la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura. Sono i coinvolti in un maxi blitz della polizia scattato nel marzo dello scorso anno e che ha fatto scattare ben oltre una cinquantina di provvedimenti cautelari. Svelando, peraltro, un accordo tra cosa nostra e stidda per la gestione degli affari sporchi. Ma adesso in sessantacinque sono chiamati al cospetto del gup chiamato a decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dai pm della dda nissena , Claudia Pasciuti, Nadia Caruso e Stefano Strino.
In udienza preliminare sono chiamati Alberto Pasquale Di Dio, Alessandro Pellegrino, Alessandro Peritore, Andrei Pascal, Angelo Lorefice, Antonio Rapicavoli, Antonio Solazzo, Benedetto Giuseppe Curvà, Brahallan Ivan Escobar Buritica, Calogero Orazio Peritore, Carmelo Scilio, Crocifisso Di Gennaro, Daniele Mangiagli, Dario Gagliano, Dario Rinzivillo, Diego Milazzo 41 anni, Diego Milazzo 31 anni, Emanuele Pantano, Fabio Palumbo, Filippo Scordino, Giacomo Di Noto, Gianluca Attardo, Gioacchino Giorgio, Giovanni Rinzivillo, Giuliano Giovanni Scordino, Giuseppa Lauretta, Giuseppe Alaimo vice presidente del consiglio comunale di Canicattì ed ex presidente provinciale della Democrazia Cristiana, Giuseppe Borgese, Giuseppe Domicoli, Giuseppe Pasqualino, Giuseppe Sicurella, Giuseppe Sinatra, Giuseppe Tasca, Giuseppe Terrasi, Giuseppe Verdelli, Giuseppina Bonanno, Graziana Domicoli, Ignazio Agrò, Loredana Marsala, Luca Marino, Luigi Scuderi, Manuel Ieva, Mario Tomaselli Marius Vasile Martin, Massimiliano Astuti, Maurizio Domicoli, Mirko Salvatore Rapisarda, Mohamed Matar Hassan Omar, Morena Milazzo, Nicola Palena, Orazio Monteserrato, Rocco Grillo, Rocco Rinzivillo, Rosario Greco, Salvatore Azzarelli, Salvatore Castorina, Salvatore Mezzasalma, Salvatore Nocera, Salvatore Taormina, Samuele Rinzivillo, Vincenzo Alberto Alabiso, Vincenzo Donzella, Vincenzo Mazzola, Vincenzo Romano e Vincenzo Scerra.
Su loro pendono le contestazioni, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi ed esplosivi.