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 «Gli avevo prestato soldi, non lo taglieggiavo», si difende e lascia il carcere

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Caltanissetta  – «Sono stato io a prestargli soldi, non capisco perché mi abbia denunciato». Così si è difeso il presunto estorsore arrestato dalla polizia perché accusato di avere tentato di spillare soldi a un panettiere nisseno.

«Conosco i suoi genitori da più di trent’anni,», ha aggiunto il settantunenne Salvatore Giardina  – assistito dall’avvocato Giacomo Vitello – rispondendo alle domande del gip di Caltanissetta, Gigi Omar Modica.

E ha spiegato ai magistrati anche il ritrovamento di tre pallottole e un bilancino di precisione in casa sua. Più in dettaglio due munizioni calibro 7,65 sono state rinvenute in giardino dentro una scatoletta, una terza su un frigorifero all’esterno. Così come un bilancino di precisione.

«Lissù è alto e io non vedo, ma quella non è roba mia», ha sostenuto riferendosi alla terza pallottola e al bilancino, quanto alle altre due ha sostenuto di averle trovate fuori un po’ di tempo addietro.

E alla fine il giudice, accogliendo le richieste della difesa – mentre la procura ha sollecitato il carcere – ha concesso al settantunenne gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, con il permesso di potersi sottoporre alle cure di cui necessità.

Giardina   era stato arrestato pochi giorni addietro per una presunta richiesta estorsiva di 2 mila euro. E per convincere il panettiere a pagare – secondo la tesi investigativa – gli avrebbe mostrato una pistola che teneva alla cintola. Arma di cui, però, la polizia non avrebbe trovato alcuna traccia.

Così è stato combinato l’appuntamento trappola e il sospetto estorsore è stato arrestato proprio al momento della presunta consegna dei quattrini.

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