Mussomeli – A pochi giorni di vita, ha vinto la sua prima battaglia la neonata, figlia di Maria Concetta Zimbardo, di Alia, e di Giuseppe Miccichè, sommatinese d’origine e mussomelese d’adozione, a sua volta figlio del carabiniere in quiescenza, Gaetano Miccichè che nel paese manfredonico ha messo radici assieme alla moglie e ai due figli. Il “miracolo” è accaduto al Sant’Orsola di Bologna, città dove il trentasettenne Giuseppe Miccichè lavora come operatore socio sanitario al Maggiore. Una “rinascita” per la bimba, nata il 22 agosto e restituita alla vita dai medici che hanno deciso di tentare, nonostante il suo peso non raggiungesse neanche i tre chili. La patologia, rara e complessa, provocava scompensi sin dai primi giorni di vita della piccola, per via di una grossa fistola coronarica. Una diagnosi che suonava come una verdetto inappellabile, con quella patologia, la bimba sarebbe potuta sopravvivere solo alcuni giorni. Le vicissitudini hanno inizio nel mese di luglio, quando i genitori, seguiti dall’ospedale Maggiore durante la gravidanza, vengono consigliati, dal dottor Demaria, di rivolgersi al Sant’Orsola perchè c’è qualcosa di grave. “Erano i primi di luglio. E ancora non avevamo chiara la gravità della situazione. Forse era un nostro modo di rifiutare la realtà”. Queste le parole del papà che, a distanza di qualche mese, con voce visibilmente rotta dall’emozione, ripercorre il travagliato percorso dei genitori che hanno visto nascere due volte la figlia. “La mamma, in modo particolare, dopo averla data alla luce, non la vede neanche, perchè la bimba viene subito trasferita in Terapia intensiva neonatale e poi spostata nella semi-intensiva della Cardiologia pediatrica”. E’ quello il momento in cui ai genitori viene detto, senza mezzi termini, che solo un intervento urgente potrebbe salvare la vita alla piccola. Ma c’è il problema del peso. Appena due chili e sette sono davvero troppo pochi. Bisognava attendere che il peso raggiungesse almeno i quattri chili. Eppure le condizioni della neonata peggioravano. Non si poteva aspettare. Sono quelli i momenti in cui si decide di tentare il tutto per tutto. Grazie al coraggio dei medici. All’indomani la piccola sarebbe stata portata in sala operatoria a soli otto giorni di vita e con soli due chili e sette di peso. Era il 30 di agosto, l’intervento è durato circa sette ore. “Ma l’hanno salvata. Una bravura che non è solo professionale ma anche umana. Non si può descrivere a parole!” Adesso la bimba ha raggiunto il ragguardevole peso di cinque chili che, a fronte del suo percorso travagliato, è davvero un ottimo traguardo. La famiglia è uscita dall’ospedale il 9 settembre, in ottima salute. Adesso solo i controlli di routine e tanta felicità per la riacquistata vita. Non ci sono dubbi che è rinata una piccola leonessa!