Mussomeli – Lo scorso 23 novembre, a Siculiana, è stato inaugurato il museo dedicato ad Ayrton Senna, ambizioso progetto di promozione del territorio siciliano, a firma, fra gli altri, dell’architetto mussomelese Salvatore Nigrelli. “Astro”, acronimo di “Ayrton Senna testimonianza e racconto delle origini” è il nome dello spazio museale di ultimissima generazione che si innesta su quello che è il tessuto storico della città, l’antica Torre dell’Orologio di Piazza Umberto I, restaurata e riadattata alla nuova destinazione d’uso. In un percorso lungo cento anni esatti, le macchine guidate dal campione brasiliano vengono riprodotte e presentate nel restituito spazio dove, attraverso le ultime tecnologie, incontrano e dialogano coi visitatori. Trionfi e vittorie sicuramente ma anche un’esperienza immersiva che esplora la connessione tra storia e innovazione e indaga quel senso primo e ultimo, che è fatto di radici e di una storia che parte da vicino e arriva da lontano. Fu nonna Giovanna, la bisnonna del mito, pioniera sicuramente di tante donne coraggio, ad attaversare l’oceano in cerca di fortuna. O di maggiore dignità. Tre generazioni dopo, nacque il mito della Formula 1. Che si consumò, quasi come un destino scritto, da una parte all’altra del mondo. Laddove il coraggio, o forse la disperazione, che aveva guidato nonna Giovanna verso un terra sconosciuta, si concluse, cento anni dopo, sulla polvere di Imola alla curva del Tamburello. Era il 1994, esattamente cento anni dopo quel 1894 in cui nonna Giovanna, a soli diciotto anni, si lasciò alle spalle per sempre, il sole e il tormentato mare di Sicilia. Inconsapevole com’era che da lì sarebbe nata una leggenda. Una leggenda che oggi prende le forme di un museo diffuso dove respirare aria nuova ma anche rispolverare ricordi ingialliti e sepolti sotto la coltre aleatoria della polvere.
Il progetto, fortemente voluto dal sindaco Peppe Zambito, è stato curato in sede progettuale e per l’allestimento, dagli architetti Salvatore Nigrelli e Francesco Ferla, grazie alle ricerche condotte da Anna Restivo e dal giornalista Giacinto Pipitone. Proprio dell’architetto mussomelese abbiamo ascoltato impressioni e sensazioni, di un professionista sicuramente avvezzo alle committenze di prestigio ma, altrettanto sicuramente, consapevole che qui c’è qualcosa di più!
“La prima sensazione è stata quella”, riferisce Nigrelli all’indomani dell’avvenuta inaugurazione, “di trovarsi davanti a un incarico che sviluppava temi che vanno ben al di là della semplice ‘esposizione di oggetti’. Il nostro compito è stato quello di tradurre, attraverso spazi, superfici, contenuti, quella che è una straordinaria storia di emigrazione e di riscatto. Le origini siculianesi da una parte, la vita del campione dall’altra. Astro, in realtà, espone se stesso, è una macchina che racconta, plasmata nei contenuti e nella grafica, atti a questo scopo. E’ qui che la grafica si fa strumento di divulgazione, mettendo in corrispondenza logica i due temi. E dove Siculiana diventa tratto d’unione fra le due cose: la bellezza, carica di struggimento, di questa terra si collega alla forte componente religiosa dell’animo di Senna. Se il genius loci del territorio di Siculiana rappresenta l’anima mistica di Senna -come lui stesso ebbe a dichiarare- la sua passione per la meccanica e la precisa conoscenza dei motori diventano il fulcro del racconto del campione. Nel museo possiamo trovare la rappresentazione delle origini e del territorio con elementi grafici e virtuali che esplicitano i contenuti. L’albero genealogico, ad esempio, diventa una lastra di plexiglass incisa al laser e retroilluminata, mentre, la rappresentazione del viaggio è fatta con stampa a rilievo in filigrana, che riporta una mappa della Marina militare inglese della fine dell’Ottocento, con visori per realtà immersiva e video che colgono l’essenza della storia. Dall’altro lato, troviamo la nostra interpretazione di Senna pilota, fatta attraverso la creazione di opere che esprimono il concetto che, prima di ogni cosa, Senna era un grande pilota e un grande conoscitore di meccanica. Abbiamo estrinsecato questo tema attraverso un focus sulle due auto che, per noi, sono le più rappresentative. La Lotus ’98 e la McLaren mp4. Guardare la meccanica attraverso la categoria della bellezza è stata una sfida ancorchè un traguardo. Nonchè il filo conduttore di tutto l’allestimento. Le auto, sezionate dal vero, sono diventate quasi delle tavole anatomiche che presentano trasparenze e sovrapposizioni, schemi geometrici per renderle delle vere e proprie opere d’arte, fruibili da ognuno in modo diverso e a proprio modo. Parlando il linguaggio dell’arte e della storia che si fa vissuto fra innovazione e tradizione. Due auto che rappresentano un passaggio epocale per l’innovazione dentro la Formula 1. La Lotus macchina vecchio stile e la McLaren più asettica e razionale, le due monoposto britanniche con cui il campione sfidò le piste e il loro brivido. Quasi delle tavole barocche che, in virtù dell’artificio pittorico, contrastano con il potente realismo meccanico. Abbiamo consacrato con l’arte quel passaggio epocale della Formula 1, dall’analogico al digitale di cui Senna, il campione dei due mondi, è stato indiscusso protagonista. Fortemente curato è stato anche il progetto di allestimento che integra la fase progettuale architettonica con l’esperienza immersiva. Teniamo a precisare che ci siamo trovati di fronte a un edificio storico, la Torre dell’Orologio nata nel XVII secolo. Abbiamo creato un dialogo costante fra storia e tecnologia, all’interno della narrazione di ciò che Senna è stato e sempre è! Un campione dal sangue siculo che torna lì dove tutto ebbe inizio, grazie ad un’amministrazione lungimirante e fattiva. Che colloca la cultura in pole position e non fanalino di coda, come spesso avviene, convinti che con la cultura non si mangi. Dal Senna pilota al Senna uomo atraverso un giro di boa che restituisce alla comunità tutta il sogno e la memoria!”.