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Il patrimonio dell’arte organaria di Mussomeli

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Mussomeli – Fra i tesori da scoprire a Mussomeli, una trattazione specifica merita il patrimonio dell’arte organaria. A darne notizia è il M° Stefano Indelicato, classe 1987, pianista, organista e docente presso di Musica presso l’Istituto comprensivo Leonardo da Vinci di Mussomeli.

Per organaro si intende esattamente la figura dell’artigiano costruttore di organi, da qui il termine “organaria” che, associato ad arte -arte organaria- indica un complesso organologico di strumenti musicali, quali gli organi a canne, appartenenti a diverse epoche storiche. Ogni strumento differisce dall’altro in base all’epoca, alle caratteristiche foniche richieste dal committente e al tipo di utilizzo. Nel territorio di Mussomeli attualmente, fra i superstiti e riportati in vita, sono presenti ben quattro storici organi a canne compresi nell’arco di tempo che va dal XVIII al XIX secolo. Il restauro di questi strumenti è stato reso possibile, grazie al contributo professionale dell’Architetto Crisostomo Nucera, all’epoca presidente della Sovrintendenza per i beni culturali della provincia di Caltanissetta, insieme all’Ufficio Diocesano di Caltanissetta per i beni culturali ecclesiali. Le chiese all’interno delle quali essi si trovano, sono il Santuario Diocesano “Maria S.S dei Miracoli”, la Chiesa dei Santi Gioacchino e Anna, più comunemente intesa chiesa dei Monti, la parrocchia di San Giovanni Battista e la parrocchia Maria SS.ma del Monte Carmelo. Nello specifico, il primo in elenco è opera dell’organaro palermitano Michele Andronico, costruito nel 1752. A darne originalità del suo periodo storico, è l’accordatura di 415 Hz con temperamento mesotonico. Vale a dire, un’accordatura non temperata in cui i suoni presentano una propria “identità sonora” e non “doppia”, che musicalmente parlando si esprime meglio come enarmonia o temperamento equabile. Quest’ultima pari a 440-441 Hz di frequenza, usata nei giorni d’oggi. Ciò ci porta ad una conoscenza più curata di come si usava fare musica a quell’epoca, e averne una testimonianza proprio a Mussomeli, ne fa una gemma del tutto preziosa e autentica. Lo strumento presenta una facciata a tre campate, tastiera e registri quali: Principale 8, Principale 4, Ottava, Voce Umana, Flauto 8, Cornetto, Ottavino (azionamento a premere con tiranti metallici), Ripieno (azionamento a leva sulla sx), ai quali fanno compagnia gli effetti del Tamburo e dell’Uccelliera (azionamento a manetta). Altra interessante e curiosa peculiarità di quest’organo, è la pedaliera alla siciliana con ottava scavezza o, meglio, nota come ottava corta. Gran parte degli organi antichi -in particolare quelli di Sicilia- possiedono questo tipo di pedaliera, poiché stando alla situazione riguardante le accordature e i temperamenti usati in quei periodi, questo tipo di ottava indicava la presenza di 8 pedali, predisposti in una determinata maniera il cui unico suono alterato è soltanto il Si bemolle. Ciò per rispetto di diverse teorie antiche che con i secoli avvenire si sono riversate nell’evoluzione della musica strumentale a partire dal Rinascimento fino al Classicismo. Un argomento di ampio raggio ma che accenniamo solamente, al fine di dare chiarezza dello strumento che si ha il privilegio di possedere all’interno del Santuario Maria S.S dei Miracoli. Ma la curiosità per eccellenza, proprio in questo strumento, è la presenza di altri quattro pedali che corrispondono a quattro note alterate specifiche, quali DO#- RE#-FA#-SOL#. Di conseguenza ciò porta a diverse interpretazioni in merito, riguardanti di sicuro ad un esperimento mirato

 

ad un futuro progresso nell’evoluzione di questi sontuosi strumenti musicali, che già in quel periodo (XVIII sec.) fuori dall’Italia – in particolare Germania ed Inghilterra- avevano già fatto i loro passi avanti per continuarli nel tempo.

Non per ultimo, ma c’è da far presente che l’organaro Michele Andronico, appartiene ad una vasta genealogia di organari siciliani, i cui strumenti sparsi per tutta la regione Sicilia sono capolavori di grande qualità artistica e sonora, che rappresentano periodi musicali di grande evoluzione ed importanza storica.

azionati a tirante pedaliera alla siciliana. È stato restaurato nel 2011 dall’organaro Oliveri di Aci Catena (CT). A questi qua

ttro prestigiosi esemplari storici di arte organaria a Mussomeli, se ne aggiunge un quinto, la cui esistenza fra le mura della Terravecchia, precisamente all’interno della Chiesa Madre di San Ludovico, la si deve alla donazione del compianto Arciprete Don Pietro Genco. Un organo a canne, di particolare bellezza estetica e sonora, che dal 2021 fa bella mostra di sè nella principale chiesa del paese. Trattasi di un organo che, da diversi anni, si trovava nella celebre chiesa di San Domenico a Palermo dove servì le liturgie per lungo tempo.  In seguito al restauro dei due organi gemelli, -caratteristica presente solo nelle facciate, ma ognuno di essi di epoche diverse- l’organo in questione fu messo in vendita. Con grande intuizione del compianto padre Pietro che, come raccontava in uno dei pochi momenti di convivialità, lo acquistò coi risparmi della mamma. Felice com’era di avere fatto un grande dono alla sua chiesa e alla sua comunità. Attualmente l’organo è collocato in cantoria, così come voluto dal suo benefattore, sopra il portone d’ingresso. Il lavoro è stato curato dagli organari Cimino di Agrigento, con un progetto richiamante il prospetto dell’emerito organo Polizzi dei primi del ‘900.

 

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