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Il presunto boss nisseno di Cosa nostra torna libero, scaduti i termini di custodia cautelare; scarcerati pure altri tre presunti «fedelissimi»    

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Caltanissetta – Il boss nisseno di cosa nostra ha lasciato il carcere. Così come tre suoi presunti “fedelissimi”. Almeno secondo lo spaccato tracciato dagli inquirenti.

In libertà, per scadenza dei termini di custodia cautelare, il quarantasettenne Carmelo Antonio Bontempo indicato come il nuovo vertice della “famiglia” nissena.

Scarcerati anche il cinquantunenne Francesco Zappia,  il quarantasettenne Fabio Meli e il quarantottenne Giovanni Puzzanghera – assistiti dagli avvocati Danilo Tipo, Davide Anzalone, Giovanni Vetri e Tommaso Manduca – tutti attualmente sotto processo per il loro coinvolgimento nell’operazione di polizia, nome in codice «Bella vita», su mafia, droga ed estorsioni, con i soldi che sarebbero serviti anche per mantenere i detenuti.

La decorrenza dei termini è legata, in particolare, al reato associativo finalizzato al traffico di droga. A tutti è stato imposto il divieto di dimora nei territori dei liberi consorzi comunali di Caltanissetta ed Enna.

A disporne la scarcerazione, con il parere favorevole della procura, è stato il tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo, che sta giudicando i quattro.

Bontempo, secondo la tesi di polizia e magistrati, avrebbe respirato aria di criminalità già da giovane. Quando, sempre secondo la tesi investigativa, sarebbe stata bassa forza a disposizione della cosca nissena. Però, poi, avrebbe approfittato di un vuoto nel panorama criminale per via delle operazioni che, nel tempo, hanno decimato la famiglia mafiosa nissena.

E pian piano lo stesso Bontempo – è la tesi degli inquirenti – si sarebbe conquistato un ruolo di primo piano fino ad attestarsi ai vertici.

Lui, che da ragazzo è stato condannato per avere ucciso a colpi di lupara una giovane dopo una lite in discoteca. Era il marzo del lontano 1995. E solo nel 2011 lo stesso presunto boss è poi tornato in libertà. Prima di rientrare di nuovo in carcere, nel giugno del 2021, proprio per il blitz «Bella vita».

Ora, mentre è in corso il processo a lui e altri nove imputati – accusati , a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, associazione finalizzata allo spaccio e singoli episodi di smercio di droga-  lo stesso Bontempo è tornato a respirare aria di libertà.

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