San Cataldo – Nulla di anomalo nello scioglimento dell’amministrazione comunale di San Cataldo per il pericolo d’infiltrazioni mafiose.
Così ha sentenziato il Tar del Lazio sull’onda del ricorso che è stato presentato dall’ex sindaco Giampiero Modafferi e dal disciolto consiglio comunale.
Sullo sfondo della questione v’è il recente pronunciamento del tribunale nisseno che, ne gennaio scorso, ha sentenziato la candidabilità degli ex amministratori di San Cataldo, dichiarati decaduti lo scorso anno dopo che è stato decretato lo scioglimento dell’amministrazione comunale di San Cataldo per il pericolo d’infiltrazioni mafiose.
Già, perché sulla base del decreto del marzo 2019, il ministero dell’Interno ha anche avviato un procedimento, dinanzi il tribunale nisseno, per ottenere l’incandidabilità per un turno elettorale della giunta in carica al momento dello scioglimento.
Più in dettaglio l’allora sindaco Giampiero Modaffari e gli assessori Angelo La Rosa, Salvatore Sberna, Cataldo Riggi e Maria Concetta Vincenza Naro che, dal canto loro, si sono tirati fuori dal contesto poi fulcro del provvedimento che ha decretato lo sciogliete le righe per la stessa amministrazione.
E, in tema di scioglimento, adesso, per i giudici del tribunale amministrativo del Lazio «il provvedimento dissolutorio è stato adottato sulla base della valutazione complessiva dei fatti accertati in sede istruttoria».
Questo sito utilizza cookie funzionali e script esterni per migliorare la tua esperienza. È possibile modificare il tuo consenso in qualsiasi momento. Le tue scelte non influiranno sulla navigazione del sito.OkNoPrivacy policy