Caltanissetta – Via libera al processo a un commerciante ritenuto “furbetto”. Per con il bonus cultura avrebbe consentito agli studenti di acquistare, invece, apparecchiature informatiche.
Che, nel concreto, secondo la tesi accusatoria farebbe profilare a carico del nisseno Gaetano G. – assistito dall’avvocato Giuseppe Panepinto – l’ipotesi d’indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.
Il processo a suo carico si celebrerà perché il tribunale ha rigettato tutte le eccezioni sollevate dalla difesa. A cominciare dall’ipotetica nullità del decreto che ha disposto il giudizio, perché sarebbe avvenuto in assenza delle parti. E, peraltro, sempre secondo la difesa, la competenza, per una questione territoriale, spetterebbe a Roma. Sì perché l’indagine è stata curata dal nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frodi della guardia di finanza di Roma.
Ma il tribunale non ha accolto le eccezioni sollevato dalla difesa e ha disposto che il procedimento si celebrerà e lo si farà a Caltanissetta.
L’Avvocatura della Stato – assistita dall’avvocato Giuseppe Spina – così come la società in questione – assistita dall’avvocato Giuseppe Di Buono – sono parti civili.
La vicenda è legata alla concessione del bonus cultura, istituito a quel tempo dal governo Renzi, destinato ai giovani ma per finalità culturali come abbonamenti a teatri, cinema, musei, libri o corsi di lingue straniere e musica.
Invece quei ticket – secondo la tesi degli inquirenti – sarebbe stati indebitamente utilizzati per comprare attrezzature informatiche.
E inizialmente a carico del commerciante è scattato un sequestro di oltre trecentomila euro – tanto quanto sarebbe stato l’ammontare dei voucher, ma poi il provvedimento si è ridotto a un decimo, scendendo alla soglia dei trentamila euro.