Mussomeli – “Sono reclusa in casa da quattro giorni, l’Asp mi ha messo in isolamento e sembra essersi dimenticata di me”. A lanciare il grido di appello è Lidia Sorce, casalinga 34enne mussomelese, che dice di stare vivendo un’odissea. “Tutto è iniziato – spiega la donna – i primi giorni dello scorso novembre, esattamente dal 7 all’11novembre, quando ho accusato dei sintomi e malesseri compatibili con il Covid. Così io e mio marito ci siamo sottoposti a test rapido. Mio marito è risultato positivo, io, invece, negativa. Sono stata in quarantena precauzionale per dieci giorni con i miei due figli, alla fine del quale ho ripetuto il test rapido, risultato per la seconda volta negativo. Nonostante gli esiti dei test, per maggiore sicurezza e scrupolo, ho effettuato lo scorso 13 gennaio, in un laboratorio privato, il test sierologico che, invece, è risultato positivo. L’indomani ho conosciuto l’esito e sono stata contattata dall’Asp che mi ha comunicato che sarei dovuta stare in isolamento, fino all’esecuzione del tampone molecolare previsto per il giorno successivo. E invece sono trascorsi quattro giorni, nessuno si è fatto vivo per il tampone e io sono reclusa in casa, distante dai due miei figli, la più piccola delle quali è una neonata: ha solo 10 mesi!”. Infine la donna lancia un appello. “Io chiedo che, in tempi ragionevoli, si effettui il molecolare e si ponga fine a questa situazione assurda. Non c’è certezza che io sia positiva eppure sono stata allontanata dai miei figli che, in particolar modo la più piccola, hanno bisogno delle cure materne. Se, per mia iniziativa e mie spese, non avessi fatto il test antigenico, ora sarei libera. Così si lancia un brutto segnale. Io non contesto l’isolamento ma il fatto che dopo quattro giorni, si sono disinteressati di me, non effettuando il molecolare che è l’unico strumento che può dare un responso certo. Se sarò positiva è giusto che sia in isolamento ma se dovessi risultare negativa, solo perché è mancata la tempestività nell’effettuare il tampone, mi sono ritrovata imprigionata in un piano della mia casa senza poter aiutare mio marito, negativo già dal 9 dicembre, nel governare la casa e prendermi cura di due figli. Per fortuna – conclude Lidia – c’è mia suocera ma se fossi stata da sola non so come avrei potuto fare. Su di me c’è stato se non un disinteresse, almeno un ritardo ingiustificabile”.