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La Finanza festeggia i 247 anni di fondazione, bilancio positivo dell’attività dell’ultimo anno

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Caltanissetta – Le fiamme gialle hanno festeggiato il loro compleanno numero 247. E  come ogni anno, tracciando un bilancio dell’attività svolta nell’ultimo anno il resoconto è più che positivo. Una celebrazione sobria quella che si è svolta alla caserma «Ivagnes» per via dell’emergenza sanitaria legata al covid.

Presente il prefetto di Caltanissetta, Chiara Armenia, mentre a curare gli onori di casa è stato il comandante provinciale, il colonnello Andrea Antonioli. Che ha ringraziato lo stesso prefetto per la presenza alla cerimonia e per la costante vicinanza alla finanza.

Il rappresentante di governo ha espresso «vivo apprezzamento per l’attività quotidianamente svolta dalla guardia di finanza, quale polizia economico finanziaria che opera a presidio e tutela dei fondamentali valori della collettività, in piena sinergia con le altre forze di polizia, anche nel particolare contesto delle attività di concorso all’ordine e alla sicurezza pubblica».

E lo stesso colonnello Antonioli ha sottolineato che «l’azione della guardia di finanza, a tutela dell’economia legale e del corretto funzionamento delle regole di mercato, punta a recuperare le risorse sottratte al bilancio dello Stato, dell’Unione europea, delle regioni e degli enti locali allo scopo di garantirne il corretto impiego per il benessere della collettività ed il sostentamento delle politiche di rilancio e sviluppo economico e sociale».

Per quanto riguarda l’attività svolta nell’ultimo anno di attività dalle fiamme gialle, è stato tracciato un resoconto dettagliato di tutte le azioni svolte a tutela della legalità. E lo spaccato è eloquente.

 

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI

 

I finanzieri del Comando Provinciale di Caltanissetta continuano a mettere in campo ogni sforzo necessario a contrastare frodi fiscali ed economia sommersa, in considerazione degli effetti distorsivi che tali fenomeni hanno sulle regole del mercato e della concorrenza e, di conseguenza, sul bilancio dello Stato e degli Enti locali, individuando (attraverso lo sviluppo di preventive analisi di rischio eseguite sia d’iniziativa che sulla base di indicazioni pervenute dai Reparti Speciali del Corpo) soggetti economici che presentano “indici di rischio” meritevoli di approfondimento ispettivo.

 

Nel corso del 2020, le  Fiamme Gialle nissene  hanno eseguito complessivamente  89 interventi ispettivi, tra verifiche e controlli, e hanno concluso 76 attività di indagini delegate dalla Magistratura ordinaria e contabile. L’attività ispettiva ha permesso di far emergere, tra gli altri, 6 soggetti totalmente sconosciuti al fisco (evasori totali), responsabili di aver sottratto a tassazione una base imponibile di circa 500 mila euro.

 

Le frodi fiscali scoperte e i reati tributari accertati hanno determinato la denuncia all’autorità giudiziaria di 108 persone, nonché il sequestro di beni mobili e immobili per oltre 4 milioni di euro. nel contempo sono state avanzate all’autorità giudiziaria proposte di sequestro che ammontano a circa 22,5 milioni di euro.

 

Grande attenzione è stata rivolta, in particolare, all’individuazione di frodi fiscali attuate mediante l’indebita compensazione di imposte, i cui accertamenti hanno coinvolto oltre 140 soggetti – tra persone fisiche e giuridiche –  su tutto il territorio nazionale, che hanno indebitamente beneficiato di compensazioni d’imposte fittizie e non spettanti, per un totale di oltre 20 milioni di euro.

 

Sul fronte della lotta al “lavoro sommerso”, nell’anno 2020, sono stati individuati 54 lavoratori in nero, 10 dei quali percettori del “reddito di cittadinanza”, sorpresi a prestare la propria opera alle dipendenze di 35 datori di lavoro, a loro volta verbalizzati.

 

Emblematico il caso di un’attività commerciale, esercente l’attività di bar, totalmente sconosciuta all’Amministrazione finanziaria, in cui sia il datore di lavoro – evasore totale –  che il dipendente – lavoratore in nero- percepivano il reddito di cittadinanza.

 

Non da meno è stato l’impegno profuso nel contrasto alle frodi commesse nel settore delle accise e delle altre imposte indirette sui consumi. Al riguardo, con particolare riferimento agli interventi finalizzati alla corretta osservanza delle disposizioni in materia di gpl, nel corso dell’operazione “Fuga di gas”, condotta dai militari del Gruppo di Gela nei confronti di un’importante società ennese operante nel settore dell’imbottigliamento di gas liquidi, sono state sequestrate circa 16.000 bombole di gpl e 30.000 chilogrammi di prodotto che, se immesso sul mercato, avrebbe fruttato ricavi per quasi 600 mila euro. L’operazione assume particolare rilievo anche sotto l’aspetto della tutela della salute e dell’incolumità pubblica, tenuto conto delle situazioni di potenziale pericolo derivanti dalla vendita di prodotti altamente esplosivi e non conformi ai requisiti di sicurezza.

 

Con l’operazione “Acqua ragia”, condotta sempre dal gruppo di Gela, è stata sgominata un’organizzazione criminale, composta da 13 persone, specializzata nel contrabbandare carburante da paesi dell’Europa dell’est, che veniva poi adulterato miscelandolo abusivamente con alcuni solventi, per essere definitivamente ceduto, in totale evasione d’imposta, a diversi impianti di distribuzione stradale della Sicilia o direttamente a utenti privati. Nel complesso, è stata contestata l’evasione dei tributi gravanti sugli oli minerali e sui prodotti per autotrazione per un importo complessivo, comprensivo di tributi doganali, accisa e Iva, di oltre 437 mila euro ed è stato eseguito il sequestro preventivo diretto del complesso aziendale di 3 società il cui valore complessivo ammonta ad oltre 13 milioni di euro.

 

CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA

 

La spesa pubblica è un settore strategico per il Paese, in quanto il corretto impiego dei fondi pubblici sostiene il tessuto economico nazionale, consente di affrontare le condizioni di disagio in cui possono trovarsi i cittadini e le famiglie, contribuisce a contenere l’esborso complessivo dello Stato e si traduce in un miglioramento complessivo della qualità della spesa, permettendo che essa possa conseguire gli obiettivi cui tende: benessere, crescita e sviluppo.

 

Sono stati 240 gli interventi complessivamente svolti nel 2020 a tutela dei principali flussi di spesa, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale, cui si aggiungono 90 deleghe d’indagine concluse in collaborazione con la Magistratura ordinaria e contabile.

 

Le frodi accertate dai reparti in danno del bilancio nazionale e comunitario ammontano a circa 340 mila euro, di cui è stato proposto il sequestro, e che hanno portato alla denuncia di 9 persone.

 

Con riguardo agli appalti pubblici, nell’ambito dell’Operazione “Cerbero”, condotta dai militari del dipendente nucleo di polizia economico finanziaria di Caltanissetta in collaborazione con personale del comando provinciale carabinieri, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 16 persone – tra amministratori locali, dirigenti pubblici, imprenditori e professionisti –  tutte personalità politiche e imprenditoriali di Santa Caterina, sono stati individuati appalti irregolari per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro

 

Sono stati segnalati alla magistratura contabile 23 soggetti responsabili di un danno erariale accertato di oltre 380 mila euro. In tale contesto, particolare attenzione è stata dedicata al comparto della spesa sanitaria, nel quale, con riguardo al contrasto ad ogni forma di spreco, inefficienza e abuso, è stato individuato un danno erariale di oltre 187 mila euro, con la conseguente segnalazione di 10 responsabili.

 

Passando, più in generale, al settore della tutela della legalità nella Pubblica amministrazione, la guardia di finanza di Caltanissetta, nel periodo in considerazione, ha svolto una decisa azione di contrasto ai fenomeni di assenteismo, corruzione e peculato, che si è concretizzata nella denuncia di 49 persone, di cui 20 di pubblici ufficiali  e all’arresto di 3 persone.

 

Va ricordata, al riguardo, l’operazione “Ghost”, condotta dal gruppo di Caltanissetta, che ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Caltanissetta che disponeva la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio, da sei mesi a un anno, nei confronti di 10 pubblici funzionari, resisi responsabili di reiterati episodi di assenteismo dal luogo di lavoro.

 

Nell’ambito delle attività finalizzate a controllare l’indebita percezione di sussidi in danno dell’erario, particolare attenzione, in linea con le direttive dell’autorità di vertice, è stata dedicata a verificare le condizioni legittimanti la fruizione del cosiddetto “reddito di cittadinanza” per bloccarne o comunque prevenirne l’illecita fruizione. Le fiamme gialle nissene sono partite dall’esame delle dichiarazioni sostitutiva uniche, riscontrando accuratamente quelle presentate da soggetti che, sulla base di specifiche analisi di rischio condotte mediante l’utilizzo delle banche dati, risultavano condannati o sottoposti a misure cautelari per delitti di elevato impatto sociale.

 

I conseguenti accertamenti hanno permesso di rilevare, nell’anno 2020, 21 casi in cui i

richiedenti avevano omesso l’indicazione di dati riferiti a pregiudizi di carattere penale propri

o di loro familiari conviventi, ovvero non avevano comunicato tempestivamente all’Inps l’avvenuta detenzione di un proprio congiunto. Tale incompatibilità, in alcuni casi, sussisteva già al momento della presentazione dell’istanza, in altri è intervenuta durante il godimento del beneficio. I finanzieri dei gruppi di Caltanissetta e Gela e della tenenza di Mussomeli  hanno così rilevato che percepivano indebitamente la particolare misura di sostegno economico anche soggetti arrestati per reati che vanno dal traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione e persino all’associazione a delinquere di stampo mafioso.

 

Oltre a questi casi, altri beneficiari avevano attestato dati falsi nelle autodichiarazioni con riguardo a disponibilità patrimoniali o reddituali, oppure avevano omesso l’indicazione di dati economici obbligatori, sia propri che di altri componenti il nucleo familiare.

 

In definitiva, nel corso del solo 2020, gli interventi complessivamente eseguiti nel particolare ambito hanno consentito di accertare la frode di oltre 900 mila euro e di denunciare all’autorità giudiziaria 61 soggetti, accertando la non spettanza di somme già percepite per

553 mila euro, di cui è stato richiesto il sequestro, nonché segnalando tutti i casi all’Inps per il blocco e la conseguente revoca del beneficio, evitando così che anche ulteriori 352 mila euro indebitamente richiesti, ma non ancora riscossi, venissero erogati.

 

 

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO FINANZIARIA

 

In tale ambito, la strategia perseguita dalla guardia di finanza mira al contrasto di ogni forma di infiltrazione e degli interessi finanziari, economici e imprenditoriali della criminalità organizzata nonché a prevenire ogni forma di infiltrazione a tutela della sicurezza economico finanziaria del “sistema Paese”.

 

Con riferimento ai risultati conseguiti in applicazione della normativa antimafia, sono stati svolti accertamenti patrimoniali nei confronti di 81 soggetti connotati da pericolosità sociale o economico-finanziaria, che hanno consentito di proporre il sequestro di beni per un valore di oltre 85 milioni di euro ed effettuare la confisca di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro.

 

Nello specifico, la principale confisca è stata effettuata nei confronti di un imprenditore agricolo ennese, già condannato per reati connessi alla criminalità organizzata, mentre le proposte di sequestro hanno riguardato attività condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria di Caltanissetta nei confronti di imprenditori gelesi attivi nei settori della vendita di autovetture di lusso ed immobiliare – valore dei beni proposti per il sequestro 68 milioni di euro –  e nei confronti di soggetti gelesi, operanti nel campo edile e del movimento terra , il cui valore dei beni proposti per il sequestro è di oltre 17 milioni di euro.

 

Sono state denunciate 3 persone nei cui confronti sono stati accertati reati di riciclaggio e auto-riciclaggio per oltre 3 milioni di euro.

 

Su richiesta della prefettura sono stati eseguiti 112 accertamenti a riferiti alle verifiche per il rilascio della documentazione antimafia.

 

Tra le attività svolte vanno poi ricordate quelle a tutela del mercato dei beni e dei servizi si pongono quelle a contrasto dei fenomeni di contraffazione di marchi registrati, usurpazione di indicazioni di origine e qualità delle merci, false attestazioni concernenti la corrispondenza dei prodotti agli standard di sicurezza. L’attività condotta nello specifico comparto ha portato, nell’anno 2020, alla denuncia all’autorità giudiziaria di 12 persone e all’irrogazione di sanzioni amministrative nei confronti di 14 soggetti. Sono stati sequestrati oltre 8.000 articoli contraffatti per un valore complessivo di oltre 30 mila euro – principalmente capi di abbigliamento e di pelletteria, giocattoli, cosmetici, calzature e accessori tecnologici –  e sottratti alla vendita oltre 74.500 articoli che presentavano irregolarità rispetto alla normativa sulla sicurezza dei prodotti – articoli per fumatori, prodotti  elettrici, medicali,  cosmetici  e  giocattoli –  risultati  non  sicuri  e  particolarmente pericolosi per la salute dei consumatori, il cui valore, se immessi sul mercato, sarebbe ammontato a circa 131.000 euro.

 

La crisi sanitaria connessa al covid 19 ha visto la guardia di finanza fortemente impegnata, inoltre, nelle attività a tutela dei consumatori, principalmente volte a contrastare, da un lato, l’illecita commercializzazione di beni utili a fronteggiare l’emergenza epidemiologica e, dall’altro, a condotte ingannevoli e che guardavano alle trusse.

 

In tale contesto, sono stati denunciate 4 persone, per i reati di frode in commercio e frode nelle pubbliche forniture e sottoposte a sequestro oltre 9.000 mascherine. In due casi, approfittando della situazione di allarme sociale che si era creata all’inizio della pandemia, le mascherine venivano vendute incrementando il prezzo di vendita in misura decisamente superiore al prezzo correttamente praticabile.

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