Mussomeli – Se si aumenta la durata di un evento non è automatico che si moltiplichi l’afflusso. Anzi il più delle volte calano attenzioni e richiami. L’edizione in corso dell’antica Fiera del Castello di Mussomeli ha raddoppiato giorni e visitatori. Merito di una brillante intuizione degli organizzatori: una commistione tra natura e gusto, maestranze e artigiani locali e forestieri, commistione tra momenti bucolici ricreativi ed eventi più profondi. Un programma serrato e per tutti i palati. Questa mescolanza ha finito per creare reti in questa 4 giorni si è radunato intorno al castello uno sterminato ed eterogeneo popolo formato da mussomelesi e turisti di prossimità e provenienti da lontano. Quest’anno vi erano i soldi, è vero Ma questo non è un demerito, al contrario, semmai, intercettare fondi è la via maestra per rendere appetibili e di grande richiamo eventi quali quello di cui si discute. Così l’antica Fiera del Castello quest’anno ha fatto bene il proprio dovere a cui è chiamata ogni manifestazione di questo tipo: creare contatti, sviluppo locale, supporto dell’economia degli attori coinvolti ospiti e del luogo. il turismo enogastronomico non si limita più al solo acquisto di prodotti locali o all’assaggio di piatti tipici, quello che rappresenta è l’esperienza di vivere appieno quel luogo, e in questo caso, di scoprire e riscoprire, comprendere e fruire il tesoro nascosto ma preziosissimo che Mussomeli e il suo circondario è in grado di offrire a chi ha la pazienza di cercarlo. Ma v’è di più. Attività e gusti antichi attirano i giovani e ieri il castello (e il suo contado animato) si è animato e rianimato con castellane e castellani contemporanei con una presenza degli anta, seppur significativa, ma in minoranza. Se attorno al maniero è scomparso il lago ieri si è formato un fiume di persone. L’incremento di visitatori questa 112esima fiera del castello di Mussomeli è sì un dato quantitativo ma anche diretta conseguenza della qualità di evento che ha avuto il merito di credere nel potenziale magnetico delle nostra storia economica e sociale che, da sempre, si regge su pastorizia e agricoltura.