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“Le processioni s’hanno da fare”. Il sì della Cesi pone fine allo scontro tra vescovo Russotto e sindaco Catania

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Mussomeli – Il via libera ai riti pasquali a conclusione della sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana (Cesi). Si mette fine dunque ai due anni di stop e già a partire dal 10 aprile prossimo -data in cui cade quest’anno la Domenica delle Palme- via libera alla celebrazione dei riti religiosi. Un epilogo felice -nonostante il momento storico di certo non invogli a stati umorali particolarmente positivi e propositivi- che vede così concluso non solo lo stato di incertezza, relativamente alla questione in atto,  in cui ha vagato la Chiesa fino ad oggi ma anche la piccante querelle che ha visto protagonisti il sindaco del paese delle confraternite, Catania e Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta. Illustri protagonisti di un qui pro quo tutto giocato sulla falsariga di un Camillo e Peppone, un po’ coloriti e un pò stralunati. Una diatriba che si trascina dal 14 febbraio, quando Il Vescovo Russotto redarguisce aspramente e pubblicamente Catania per il suo annuncio social sulla ripresa dei riti della settimana santa. “Una prevaricazione istituzionale e la decisione del tutto arbitraria”, da parte del sindaco che si sarebbe limitato a “riprendere una notizia giunta dal Senato della Repubblica” che di fatto dava, con un emendamento, il via libera a feste popolari, religiose e manifestazioni culturali. Ma così non fu! E il pastore della diocesi  di Caltanissetta -armatosi di scettro e regnatore e deposta l’ascetica quiete mistica che notoriamente contraddistingue gli uomini di Chiesa, almeno quelli delle sfere più elevate- ha accusato il sindaco di avere approfittato del fatto contingente per pura propaganda populista, provocando ingerenza in un campo non suo. Ma della Conferenza Episcopale appunto!  E non pago di ciò, Monsignore ha provveduto ad informare dell’accaduto nientemeno che Sua Eccellenza il Prefetto di Caltanissetta, Chiara Armenia affinchè vigilasse sulla pecorella smarrita. Perentoria e non meno aspra la replica di Catania che, solo dopo una breve esitazione, decide di chiarire la sua posizione “Ho ripreso un post dell’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Samonà. Non già prevaricazione, bensì prerogativa. Dal momento che l’organizzazione e la gestione dei riti comportano dei tempi tecnici che necessita pianificare da parte degli addetti ai lavori”. E incalza “Tanti troveranno sponda nel suo intervento per attaccarmi, lungi da me qualsivoglia forma di prevaricazione”. E se la pietas religiosa può venirci incontro ad arginare il terribile momento di sconforto che tormenta la coscienza di ognuno, anche Mussomeli potrà riaprire la stagione delle celebrazioni pasquali già nel pomeriggio del giovedì santo con le funzioni in chiesa e la visita ai sepolcri. Momento tanto atteso per la verità da parte della comunità dei fedeli tutti e anche di quanti solamente a scopo flokloristico non intendevano rinunciare alla toccante processione di Maria Addolorata in cerca del Figlio. Quanta straziante attualità in questo messaggio. Cristiano, laico, umano, qualunque esso sia! Diciamolo pure che un certo sentore di notizia aleggiava già nell’aria social dove un turbinìo di messaggi lasciava poco spazio al dubbio. Chissà se Monsignor Russotto ad oggi rivedrà la dura presa di posizione nei confronti di Catania o, come è probabile, sarà impegnato nell’altra causa ecclesiastica che vuole i mafiosi esclusi dalle confraternite, altro tema forte della Conferenza che riprende il decreto del Vescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che nel 2019 aveva chiuso le porte delle confraternite a mafiosi e massoni. Sono stati tre giorni intensi quelli della sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana che si è tenuta presso la sede di Corso Calatafimi, sotto la direzione del Vice-presidente S.E. Mons. Michele Pennisi e che ha visto eletto presidente il Vescovo di Acireale, Antonino Raspanti. Undici i punti trattati, a partire da quello di scottante attualità ossia la Guerra Russo-Ucraina, nell’accezione umana e umanitaria del conflitto in atto che comporta morte, distruzione e miseria. Aiuti e corridoi umanitari in primis. Contestualmente è stata affrontata la questione relativa alle ripresa delle processioni. A parere dei Vescovi di Sicilia, esse potrebbero riprendere già a partire dal 31 marzo p.v., qualora il Governo italiano revochi -come previsto- lo stato d’emergenza. Calendario alla mano già a partire dalla Domenica delle Palme. Ben vengano ulivi e palme dunque ma divieto assoluto per “fuochi e bombe pirotecniche”, i Vescovi delle 18 arcidiocesi siciliane della Cesi invitano i fedeli, ad astenersi -quale gesto concreto di compassione col popolo ucraino- ad evitare i fuochi per le prossime feste pasquali. “Non si possono sparare fuochi d’artificio mentre uomini, donne, anziani e bambini perdono la vita per mano delle bombe belliche”. Di fuoco nemico o amico! E a conclusione dei lavori, la Nota pastorale alle 1053 Confraternite dell’isola che vira verso la normalizzazione. “Testimonianza della pietà popolare che custodisce il tesoro umano, storico e spirituale di ogni comunità e dotate di forza evangelizzatrice” così sono state definite le Confraternite. Nella coscienza di tale forza i Pastori delle Chiese di Sicilia hanno esortato i confratelli a riprendere il cammino interrotto dalla pandemia.

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