Caltanissetta – È del decesso di due donne che dovrà rispondere. Per quella tremenda esplosione che nel giugno di tre anni fa ha seminato panico e morte al mercatino settimanale di Gela. Quando una bombola del gas di una alla rosticceria ambulante è deflagrata devastando una vasta area.
Quello scoppio ha investito decine di presenti al mercatino. Ma a due donne quel fatale incidente è poi costata la vita per la gravità delle ferite riportate. Una allora una sessantaquattrenne, Giuseppa Scilio, e una quarantaduenne, Tiziana Nicastro che sono decedute in tempi differenti.
E ora per questa tragedia l’ambulante dalla cui rivendita ambulante s’è scatenato l’inferno la procura ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio.
Su lui, il favarese Claudio Catanese, pendono le ipotesi di duplice omicidio colposo, lesioni, anche quelle colpose e incendio. Parallelamente è tirato in ballo anche per una serie di violazioni che, sostanzialmente, sfociano nel campo della sicurezza.
Già in precedenza vi sarebbe stata una richiesta di risarcimento dei danni con la citazione in giudizio del Comune di Gela.
A causare la tragedia, quel maledetto 5 giugno di tre anni, è stato lo scoppio di una bombole utilizzate dall’ambulante nella sua rosticceria. Qualcosa, tecnicamente, non avrebbe funzionato né in fase di ricarica e, successivamente, nelle modalità di utilizzo e di sistemazione in quella mattinata al mercatino. Questo, almeno, sulla base di consulenze tecniche eseguite, è quanto avrebbe ipotizzato la magistratura che ha coordinato le indagini.