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L’irresistibile richiamo della legalità: Partecipatissima la presentazione del libro di Mistretta sul testimone Carini

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Mussomeli – Sabato 11 gennaio, presso la sala convegni Rosario Livatino, alla Biblioteca comunale Paolo Emiliani Giudici di Mussomeli, si è tenuta la presentazione del libro dello scrittore mussomelese Roberto Mistretta, “I miei giorni a Brancaccio con padre Puglisi. Il racconto di Giuseppe Carini, testimone di giustizia”. Volume edito da “Paoline” per la prefazione del giudice Giovanbattista Tona, consigliere della Corte di Cassazione. L’evento, il primo, organizzato e promosso dall’associazione AttivaMente Insieme, in collaborazione con Fidapa e Castello Incantato, col gratuito patrocinio del Comune e della Biblioteca comunale, ha ha chiamato a raccolta così tanti interessati da non lasciare spazio neanche per una sedia in più. Due ore piene di memoria e condivisione che hanno tenuto i presenti sul filo dell’emozione e, a tratti, della commozione. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Catania, della presidente di Biblioteca, Maria Letizia Navarra, e della presidente Fidapa, Maria Teresa Canalella è intervenuto Giuseppe Martinez, presidente del Comitato Intercondominiale di Brancaccio, uno di quei “brancaccioti” perbene che, assieme a padre Puglisi, ha tentato di cambiare le cose in quel quartiere di frontiera. Subito dopo, la testimonianaza in diretta su collegamento, del testimone Carini -così come convenzionalemente lo chiamiano, ma consapevoli che Giuseppe Carini non esiste più- ha fatto vibrare le corde di ognuno dei presenti. Emozionando ed emozionandosi a sua volta. Quando, riavvolgendo il doloroso filo dei ricordi, è tornato sui passi di quell’Istituto di Medicina Legale, all’indomani dell’omicidio, per ottemperare a quella promessa silente che fece a quel “parrino” che di fare il “parrino” proprio non ne voleva sapere. Quel giorno che, in tono serioso, rivolgendosi a lui, giovane studente di Medicina, gli disse “Se dovesse succedermi qualcosa non lasciarmi solo. E trattami bene”. E “bene” lo ha trattato Carini, persino oltre la vita. Pagando con la sua un atto di verità e coerenza. Che non ha mai rinnegato! Salutato con grande affetto di pubblico, è toccato al giudice Tona, a sua volta allievo spirituale di padre Puglisi, riprendere il difficile filo della narrazione. Come solo una personalità del suo calibro poteva fare. Con parole semplici ma al contempo dirette e incisive che hanno immerso la platea in un altro “bagno di realtà”, espressione da lui stesso utilizzata nella prefazione del libro. E, sdrammatizzando, con un aneddoto che ha persino dell’incredibile. Se non fosse stato documentato! Ha concluso l’autore con la coinvolgente narrazione della genesi del racconto che, “se non fosse vero, sembrerebbe romanzato”, come ha puntigliosamente fatto notare Tona. L’incontro con Carini in una località protetta e la difficoltà di “tornare” a Brancaccio, a quei giorni che ancora sono una ferita, nonostante Carini, si sia riscatatto dalle difficoltà che un sistema sempre più a favore dei collaboratori e sempre meno a favore dei testimoni, ha amplificato. L’evento è stato condotto da Emilia Di Piazza, presidente di AttivaMente Insieme, collaborata, a vario titolo, dalle socie Fabiola Nicastro, Claudia Falletta, Alessandra Romano, Linda Pillitteri, Maria Josè Falletta, Adriana Palmeri. Letture a cura di Salvina Mingoia, socia Fidapa e Claudia Falletta, socia Fidapa e AttivaMente Insieme.

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