Caltanissetta – L’appello non muta la loro colpevolezza. Tali erano in primo grado e così sono rimasti nel secondo passaggio in aula. Nulla per i due, tirati in ballo sull’onda di un accoltellamento, è cambiato.
Nel concreto s’è tradotto nella conferma della condanna a 7 anni e 6 mesi per il ventitreenne nisseno Giampaolo Francesco Lombardo accusato di tentato omicidio e porto di coltello.
Mentre per l’altro imputato, il ventitreenne Salvatore Maria Emmanuel Falzone – pure lui come il primo assistito dall’avvocato Giacomo Vitello – s’è visto ribadire la pena a un anno per lesioni.
Nei confronti di quest’ultimo si è costituito parte civile il ventisettenne Fabrizio Cuda – assistito dall’avvocato Giovanni Di Giovanni – perché sarebbe stato colpito con un calcio in faccia dall’imputato.
Questo il verdetto emesso dalla corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta da Pasqua Seminara – consiglieri Giovanbattista Tona e Carmelo Faro Faussone – che ha condiviso le richieste della procura generale rappresenta dal sostituto Antonino Patti.
Sono stati chiamati in causa, seppur con ruoli differenti, per , per l’accoltellamento dell’allora ventinovenne nisseno Andrea M., che la notte dell’11 dicembre di cinque anni fa è rimasto gravemente ferito da un fendente all’addome.
A sferrarla, secondo la ricostruzione di carabinieri e magistrati, sarebbe stato il cugino di Lombardo – già condannato in via definitiva a 4 anni ed 11 mesi di carcere – mentre Giampaolo Francesco avrebbe bloccato la vittima .
Poi sono stati tutti smascherati – compreso altri coinvolti giudicati con il rito abbreviato – dalle immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza della stazione di servizio Eni di viale della Regione, teatro alle due e mezzo del mattino dell’accoltellamento.