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Lotta a caporalato e lavoro nero, irregolarità anche nella provincia nissena contestate dai carabinieri

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Caltanissetta – Lotta al lavoro nero e al caporalato. Aspetti, assai spinosi, al centro di un servizio di controllo su vasta scala dei carabinieri. E i controlli hanno pure interessato la provincia nissena. In particolare si sono sviluppati nelle provincie di Torino, Brescia, Mantova, Verona, Piacenza, Ascoli Piceno, Perugia, Rieti, Roma, Teramo, Pescara, Siracusa, Nuoro e, ovviamente, Caltanissetta.

Sotto il profilo penale, globalmente in 486 sono stati denunciati alla magistratura per violazioni del testo unico sull’immigrazione e , ancora, della normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e altro ancora.

Più in dettaglio, in diciannove sono state denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, noto come caporalato. E anche nella provincia nissena sono emerse irregolarità. D’altronde precedenti indagini hanno dimostrato come, purtroppo, il fenomeno dello sfruttamento della manodopera dei campi sia un problema di grande attualità. Con, tra gli altri, anche la mafia nigeriana a controllare questo mercato sommerso.

Per cui sono stati resi liberi dallo sfruttamento cinquanta braccianti. E per i trasgressori le violazioni non sono state indolore anche sotto il profilo economico. Sì ,  perché sono state elevate sanzioni e ammende per oltre quattro milioni e novecentomila euro. A questo si è aggiunto il sequestro di tre furgoni utilizzati dai “caporali” per trasportare i braccianti nei campi.

Questi gli esiti su un lotto totale di 4960 posizioni lavorative verificate, con 1268 che sono risultate irregolari e, di queste, 346 erano lavoratori in nero e ventinove minorenni, di cui nove impiegati nel sommerso.

Sono state sospese 145 attività imprenditoriale su 958 aziende ispezionate e, di queste, settantacinque per lavoro nero, quarantuno per gravi violazioni su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e, in ventinove casi, per tutte e due i motivi.

Le ispezioni sono state eseguite da carabinieri dei reparti territoriali, ossia stazioni, tenenze e compagnie e militari specializzati del comando per la tutela del lavoro.

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