Caltanissetta – Lotta al caporalato e al lavoro sommerso. E alla fine sono saltate fuori non poche irregolarità con sospensione delle attività, segnalazioni e salate sanzioni. Il servizio è stato effettuato, in diverse aziende agricole del capoluogo isolano e in provincia, dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Palermo, dal nono nucleo elicotteri carabinieri, con gli ispettori nazionali del lavoro, distaccati al dipartimento generale del lavoro in Sicilia dalla scorsa estate, oltre a funzionari dell’ispettorato territoriale del lavoro. Nel mirino diverse aziende agricole del capoluogo e della provincia.
Quattro imprese sono risultate irregolari. La maggior parte delle violazioni sono legate alla mancata formazione dei lavoratori, all’assenza di sorveglianza sanitaria e l’assenza di nomina del responsabile della sicurezza.
Durante le ispezioni sono stati scoperti quattordici lavoratori irregolari o in nero su un totale di sedici controllati. Tra loro anche quattro minori extracomunitari senza ancora il permesso di soggiorno.
Complessivamente sono scattate sanzioni amministrative per centomila euro. Ma non è tutto. Sì, perché a carico dei titolari delle aziende agricole in questione è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale , così da spezzare la catena d’illegalità in relazione alle posizioni dei lavoratori
Il servizio è stato attuato «per contrastare il fenomeno del caporalato e l’abuso del lavoro sommerso, realtà che attingono dal tessuto produttivo ed economico del Paese, reclutando sul territorio individui particolarmente suscettibili allo sfruttamento perché, spinti ad accettare anche le peggiori condizioni di lavoro pur di non precludersi la strada verso un regolare permesso di soggiorno, pure garantirsi, molto più semplicemente, la mera sopravvivenza per le condizioni di estremo bisogno in cui versano», è stato sottolineato dai vertici che hanno eseguito gli stessi controlli.