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L’ufficiale gentiluomo lascia la Compagnia di Mussomeli. Il maggiore Tomaselli a Mazara del Vallo

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Mussomeli – “Me ne vado con la malinconia di chi lascia casa”. Accompagnato da questo sentimento, tanto sfumato quanto intenso, il maggiore Giuseppe Tomaselli si appresta a salutare quella che, per cinque lunghi anni, è stata anche la sua “casa”.  Appunto. Prima o seconda poco importa, una casa è sempre una casa! Arrivato a Mussomeli il 28 giugno del 2019, dove ha comandato da capitano la Compagnia dei carabinieri, alla quale fanno capo dieci comuni e nove Stazioni, allo scadere puntuale dei cinque anni – tale è il destino incontrovertibile di ogni ufficiale – perentorio arriva l’ordine di nuova destinazione. Ora che a campeggiare sull’acromatico nero della divisa è l’argento della corona turrita. E una stelletta in più. A suggello di un altro traguardo raggiunto! “Arrivando, le difficoltà ci sono, ci sono state e ci saranno sempre. Però le sfide le abbiamo affrontate insieme ai militari e i successi conseguiti li abbiamo condivisi sempre. Alcuni hanno avuto risonanza mediatica in tutta la provincia e oltre, altri una risonanza minore, altri ancora sono rimasti nel segreto degli uffici. Comunque abbiamo lavorato insieme, ho cercato sempre di infondere in loro uno spirito di squadra e di sostegno reciproco. Non so se ho avuto completamente successo, però, il fine era quello”.  Un dubbio che non lascia adito a dubbi e che la comunità della “terra di Manfredi” si appresta a frugare, così, contrariata com’è, di “perdere” quello che, per Mussomeli, è stato, e sempre sarà, il comandante Giuseppe Tomaselli. Amato e benvoluto e che col sorriso, il fare garbato e la gentilezza che lo contraddistinguono, sempre e comunque, ha amministrato quell’esercizio, a volte scomodo, del potere. Invero prerogativa imprescindibile di chi si trova, nell’inciampo di far carriera, investito da incarichi apicali. Con quella “cortesia”, peraltro, che tanto e non poco ha a che fare con l’educazione e la formazione. Non a caso il nesso tra cortesia e nobiltà è radicato e universalmente riconosciuto. Nobiltà d’animo che trascende da ogni blasone. Una vocazione, nata e cresciuta fra le mura dell’ambiente domestico, un richiamo che il papà probabilmente avrebbe voluto scongiurare, alla luce dei sacrifici vissuti e sperimentati sulla propria pelle quando si è al servizio dello Stato. E poiché la genetica non mente e la divisa spesso è già lì, non all’angolo, ma cucita sulla pelle ancor prima di averla indossata, quella che sa di predestinazione quasi, oggi si fa destinazione altra. Altra tappa di una sola meta! Nuovi lidi e orizzonti nuovi attendono il comandante Tomaselli, giunto qui, a quarantatré anni, sposato e padre di due bimbe, dalla Toscana, dove, al VI Battaglione, aveva comandato un reparto di ordine pubblico. Un incarico, parimenti impegnativo e prestigioso, che lo ha portato a viaggiare spesso per Roma, ma anche per Torino, Firenze o Milano, qualora le esigenze lo imponessero necessario. Poi è stata la volta di Pontassieve, a una ventina di chilometri da Firenze, al comando della Tenenza del comune. E lì è rimasto per quattro anni con i suoi uomini che, fra gli altri incarichi, si sono trovati anche a vigilare sulla residenza dell’allora premier Matteo Renzi. Un lavoro tanto impegnativo quanto gratificante. Ecco, in estrema sintesi, il bagaglio formativo col quale Tomaselli ha sbarcato in quella, o, per meglio dire, questa isola-mondo che è la Sicilia. Dal Nord a quel profondo sud del Sud è stato un passo breve ma anche decisivo perché, in verità, è stato proprio Mussomeli a consacrare Tomaselli al ruolo di comandante di Compagnia. Un ruolo, che egli stesso definisce “uno dei più difficili per un ufficiale, ma anche un’esperienza fortemente formativa in ragione della fatica e dell’impegno che esso stesso richiede”. Un ruolo e un compito che oggi, a ragion veduta, possiamo ben dire, sono stati onorati come meglio non si poteva. Dando alla comunità quelle risposte utili e necessarie, sia sul piano più stretto del controllo del territorio che su quello più ampio del sociale. Puntando sull’autorevolezza piuttosto che sull’autorità. E, non di rado, facendo prevalere il buon senso sulla rigida e ferrea norma. Ecco, in questo senso, e non solo, ci sentiamo di dire, senza tema di smentita alcuna, che il maggiore Tomaselli ha segnato un decisivo e insuperabile cambio di passo in quella che è stata la gestione dei rapporti, civili e istituzionali, in un contesto per lui assolutamente nuovo e sconosciuto.  “L’impatto col territorio è stato forte, anche se molto mi hanno aiutato le mie origini, nissene” – lo ricordiamo Tomaselli è originario di Caltanissetta anche se è nato a Palermo (ndr)- “e, soprattutto, i colleghi in congedo, il maresciallo Francesco Occhipinti, il compianto maresciallo Salvatore Trimarchi, il maresciallo Paolo Tona, il brigadiere Salvatore Gattuso, che non ringrazierò mai abbastanza per essermi stati sempre vicini. Grazie a loro mi sono sentito subito a casa, anche nella loro che, con grande senso di ospitalità, mi hanno aperto”.  In questi cinque anni diversi sono stati i risultati conseguiti e le “operazioni” portate a termine con successo a beneficio della comunità e del suo territorio, su cui insistono dieci comuni. Prima fra tutte, per importanza, l’attività d’indagine diretta dalla DDA, Direzione Distrettuale Antimafia, di Caltanissetta e condotta dal Norm della Compagnia di Mussomeli, denominata “Walloon drug” e conclusasi con un’ordinanza cautelare a carico di tredici soggetti imputati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti e di molteplici episodi di spaccio. “Lascio qui cinque anni di vita vissuta e un arricchimento professionale e personale che va ben oltre quelli che sono i severi muri della caserma. Di fondamentale rilevanza è stato per me il lavoro svolto con le scuole, a testimonianza del contributo dell’Arma alla formazione della cultura della legalità, spesso portato avanti congiuntamente all’amministrazione locale”. Lascia e consegna una bella eredità di affetti il comandante Tomaselli adesso che si sente pronto ad affrontare la sua prossima sfida. Mazara del Vallo che sarà la sua sede effettiva a partire dai prossimi giorni. Una sfida che, siamo sicuri, affronterà con quel sentimento di cui prima, quella malinconia di cui dicevamo in apertura, il sentimento che, mentre sfiora il velato dolore, lo accarezza sino a contemplarne la sottile e nascosta meraviglia di fondo che, con potente ossimoro, si fa prospettiva di pace e dimora sicura. Da un entroterra difficile a una zona costiera non da meno. Ma poiché, se è vero come è vero, che nulla avviene per caso, la chiamata, anche ‘sta volta sarà frutto di un disegno… umano o forse no… davvero non ci è dato sapere ma invero ci è dato sperare…!

Il direttore Alberto Barcellona, augura,  a nome suo personale e della redazione tutta, al Maggiore Tomaselli,  ogni fortuna e successo professionale, con la certezza nella nuova destinazione si farà subito apprezzare per l’atissima competenza e il profondo valore morale

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