Home Cronaca Mafia del Vallone, Vara: «Modica è responsabile di omicidi e tentati omicidi»,

Mafia del Vallone, Vara: «Modica è responsabile di omicidi e tentati omicidi»,

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Vallelunga – È stato l’ex boss di Vallelunga, Cira Vara, ad accendere i riflettori su un imprenditore di Campofranco, tirandolo in ballo anche per omicidi e falliti agguati per i quali non è accusato.

Focus centrato sul settantasettenne di Campofranco, Calogero Modica, tra i cinque imputati del processo alla cosiddetta mafia del Vallone al centro dell’operazione «Gallodoro», incentrata anche su un traffico di stupefacenti.

«Modica è responsabile di omicidi e tentati omicidi», ha spiegato vara che, in precedenza, ai magistrati ha rivelato che « Modica è responsabile dell’omicidio di Lillo Lauria, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Raffadali  e il tentato omicidio di Rosario Corsi, avvenuti nel 1984. Della partecipazione a questi delitti di Modica ne sono a conoscenza perché pur non avendo partecipato alla fase esecutiva, ho partecipato alla fase organizzativa… omicidio di Giuseppe Greco avvenuto a Lercara Friddi il secondo sabato di settembre 1984, cui ho partecipato personalmente e il tentato omicidio di Corrado Sinatra nel settembre 1983 a Lercara Friddi, anche in questo caso ero presente».

Lo stesso ex capomafia di Vallelunga ha  anche sostenuto che ««Modica era un colletto bianco della famiglia mafiosa di Campofranco… era il presidente della Sud Gessi e manteneva una  serie di rapporti con uomini politici e con mafiosi della provincia di Agrigento».

Vara ha poi aggiunto: «nel I984 sono stato arrestato per il favoreggiamento a Giuseppe Madonia che mi ha poi  sostituito proprio con Modica».

A giudizio, oltre a Modica  – accusato di associazione mafiosa ed estorsione –  vi sono anche trentunenne di Mussomeli, Alessandro Centinaro – assistito dall’avvocato Pietro Sorce – che ha chiesto di patteggiare un anno e quattro mesi, il cinquantasettenne di Vallelunga, Vincenzo Insinna, il quarantaseienne di Mussomeli,  Salvuccio Favata e il quarantatreenne agrigentino  Salvatore Puma – assistiti  dagli avvocati  Antonio Impellizzeri, Walter Tesauro e Giovani Castronovo – accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e singoli episodi di spaccio.

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