Campofranco – È con il rito abbreviato che vuole essere giudicato il boss di Campofranco. Stessa richiesta che è stata avanzata anche da altri dieci imputati tutti coinvolti nel blitz dei carabinieri contro la mafia di Campofranco e che nel maggio dello scorso anno ha fatto scattare dieci provvedimenti cautelari.
Soltanto in due hanno deciso di andare avanti in udienza preliminare, ossia i campofranchesi Alfredo Calogero Antonio Falletta di 74 e Fabio Giovenco, 52 anni e entrambi di Campofranco. settantaquattrenne il primo, cinquantaduenne l’altro.
Richiesta di rito abbreviato per il sessantaduenne Angelo «fungiddra »Schillaci, il nipote, il quarantacinquenne Calogero Schillaci, la moglie del nipote, la trentaduenne Carmeliana Schillaci, il settantatreenne Calogero Maria Giusto Giuliano, il cinquantatreenne di Milena, Paolino Giuseppe Santo Schillaci , il cinquantacinquenne, pure lui milesene, Gioacchino «Iachino» Cammarata, il sessantatreenne Claudio Rino «spatuzza» Di Leo campofranchese e ritenuto braccio destro del boss, il licatese quarantaduenne Calogero La Greca , il quarantacinquenne di Sommatino Luigi Cocita , il sessantasettenne Vincenzo Spoto e il cinquatunenne Gian Luca Lamattina entrambi di Casteltermini.
Associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, armi e spaccio di droga che contestazioni mosse a vario titolo ai tredici imputati – assistiti dagli avvocati Dino Milazzo, , Antonio Impellizzeri, Giuseppe Scozzari Pietro Sorce, Giuseppe Dacquì, Daniele Osnato, Ferdinando Milia, Maria Vizzini, Daniela Salamone, Carmelo Amoroso, Giuseppe Bongiorno, Giovanni Salvaggio e Salvatore Graci- che torneranno dal gup.
Secondo la tesi accusatoria , l’inchiesta avrebbe dato scacco alla mafia di Campofranco che si stava riorganizzando dopo la scarcerazione di Angelo Schillaci che, nell’ottobre del 2022, ha finito di scontare due condanne per associazione mafiosa ed estorsione.
