Campofranco – Nulla osta al giudizio con rito abbreviato per il boss di Campofranco. E, stessa scelta, tra rito secco e condizionato, è stata adottata – e concessa – ad altri dieci imputati. Un dodicesimo imputato è stato prosciolto, mentre un ultimo è stato rinviato a giudizio in tribunale.
Tutti coinvolti nel blitz dei carabinieri contro la mafia di Campofranco che, nel maggio dello scorso anno , ha fatto scattare nove misure cautelari.
Rito abbreviato per il sessantaduenne Angelo «fungiddra» Schillaci , dal nipote, Calogero Schillaci, 45 anni, Carmeliana Schillaci 32 anni moglie del nipote del boss, Claudio Rino «spatuzza» Di Leo di 63, Calogero Maria Giusto Giuliano, 73 anni, Luigi Cocita 45 anni di Sommatino, Gioacchino «Iachino» Cammarata, 55 anni di Milena, Paolino Giuseppe Santo Schillaci milenese di 53 anni, Gian Luca Lamattina di 51, Vincenzo Spoto 67 anni di Casteltermini e il licatese Calogero La Greca di 42 anni.
Prosciolto Alfredo Calogero Antonio Falletta di 74 anni – assistito dall’avvocato Daniele Osnato – che ha ritrattato le precedenti dichiarazioni. Ammettendo, adesso, delle richieste estorsive subite e che sarebbero state avanzate da Di Leo e Calogero Schillaci. E alla prossima udienza, il prosciolto e Di Leo saranno ascoltati dal gup Emanuela Carrabotta.
Mentre è stato rinviato a giudizio Fabio Giovenco di 52 anni – assistito dall’avvocato Ferdinando Milia – che sarà processato dal tribunale.
Agli imputati – assistiti dagli avvocati avvocati Giuseppe Dacquì, Dino Milazzo, Antonio Impellizzeri, Giuseppe Scozzari , Pietro Sorce, Maria Vizzini, Daniela Salamone, Carmelo Amoroso, Giuseppe Bongiorno, Giovanni Salvaggio e Salvatore Graci – sono state contestate le ipotesi, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, armi e spaccio di droga.
Nel gran calderone dell’inchiesta, estorsioni messe a segno e tentate, traffico di droga tra Campofranco, Milena e Mussomeli e armi.
