Vallelunga Pratameno – Riduzione di pena per uno, come i magistrati lo hanno ritenuto, degli uomini più fidati di «Piddu» Madonia. È arrivata per lui, come per un nisseno, nel secondo passaggio in aula. Al processo «Colpo di grazia» su pizzo, mafia e appalti.
È di un anno la condanna, in continuazione con altre sentenze, comminata al sessantaduenne di Vallelunga, Giovanni Privitera – difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì – che in primo grado ha rimediato tre anni per estorsione aggravata dai metodi mafiosi..
Lui che – secondo il teorema accusatorio – avrebbe curato in prima persona l’aspetto estorsivo per i lavori di metanizzazione nell’area del Vallone. Il placet lo avrebbe avuto direttamente da «Binnu» Provenzano e dall’ex capo mandamento di Caccamo, Nino Giuffré, poi collaborante.
Contestazioni che dinanzi ai magistrati ha seccamente respinto. «Il mio lavoro è stato sempre in campagna – ha ribadito – ed a quel tempo ero fuori proprio per lavoro… in passato ho commesso errori ma per questo ho già pagato».
E per le tangenti sui lavori legati alla realizzazione della rete metanifera sarebbero insorti dissidi tra famiglie mafiose del mandamento di Vallelunga e di Palermo. Contrasti da richiedere l’intervento dei boss Nino Giuffrè e Bernardo Provenzano.
Sconto di pena, nello stesso processo, anche per il quarantenne nisseno Giuseppe Rabbita – assistito dall’avvocato Dino Milazzo – condannato, in continuazione con la sentenza “Incipit” , a 4 mesi e mezzo di reclusione a fronte dei due anni avuti in primo grado.
È stato accusato di estorsione perché – secondo i magistrati – la sua assunzione come operaio sarebbe stata imposta alla «Italcostruzioni srl» che diciassette anni fa ha eseguito i lavori di rifacimento della rete fognaria al villaggio Santa Barbara.
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