Milena – Subito un fuori programma in avvio di processo a carico della sospetta ”maestra violenta” di Milena. Già, perché per un vizio procedurale l’avvio del procedimento a suo carico è stato subito stoppato sul nascere.
Così per la sessantaseienne di Campofranco, Anna Maria Rullo – assistita dagli avvocati Giuseppe Maria Dacquì e Vincenzo Ricotta – in servizio nella scuola dell’infanzia «Gianni Rodari» di Milena. Dovrà sedere sul banco degli imputati per rispondere di maltrattamenti aggravati.
Questa è la contestazione che gli ha mosso la procura di Caltanissetta sulla base d’indagini curate dai carabinieri e che, nel febbraio di tre anni fa, hanno fatto scattare una misura cautelare, ai domiciliari, per una collega dell’attuale imputata, mentre lei è rimasta indagata in libertà.
I domiciliari, nel febbraio 2019, sono stati disposti nei confronti di una insegnante milenese che è già stata giudicata con il rito abbreviato e condannata a quattro anni di reclusione per gli stessi capi d’imputazione, oltre al pagamento dei danni da stabilire in un giudizio civile.
A incastrare entrambe sono state le indagini dei militari e le immagini registrate in aula, a loro insaputa, dalle microcamere spia piazzate nei locali della «Rodari» dopo le denunce presentate da genitori di loro alunni.
E alcuni di loro – assistiti dagli avvocati Massimiliano Bellini, Calogero Buscarino, Salvo Virciglio, Salvatore Tona, Calogero Lo Giudice, Dario Giambarresi e Giulio Cannobbio – sono ora costituiti parti civili. Come lo sono stati nell’altro troncone in abbreviato che s’è già concluso.