Marianopoli – L’altro ieri, a Marianopoli, i funerali di Emanuele Valenti, andatosene a 83 anni, lo scorso 22 novembre, in una casa di cura del territorio nisseno, dove si era ritirato a causa dei problemi di salute che da tanti anni lo hanno costretto ad appartarsi, lontano da quella agorà che pure era stata il cuore pulsante della sua fervida, e comunque non breve, esistenza terrena. Figura di spicco e di riferimento per la sua comunità, fondamentale per la scoperta, la custodia e la valorizzazione di un patrimonio artistico locale che senza di lui, oggi, non avrebbe motivo di esistere. Riportiamo il ricordo di Carmelo Montagna, architetto e amico del compianto Valenti, con cui ha condiviso e vinto le battaglie per la messa in sicurezza dei reperti archeologici che, altrimenti, oggi sarebbero il valore aggiunto di qualche museo straniero o, oncora peggio, l’ornamento non capito, di qualche, non meglio identificata, dimora personale.
“Nel ricordo dell’ uomo e dell’ opera che ci ha lasciato mi associo al dolore dei suoi cari e degli amici che in vario modo lo stimarono nella sua lunga attività pubblica di Esattore comunale, Geometra, Presidente della locale Cassa Rurale, Presidente della Pro-Loco, Assessore e Vice Sindaco di Marianopoli. Tra le altre cose fu anche mio punto di riferimento e formazione, dalla passione per l’archeologia e il patrimonio culturale del nostro territorio alla valorizzazione civica di orientamento e di idee per filiere produttive innovative e compatibili con la vocazione delle nostre contrade, come per lo zafferano che lanciò nel suo ruolo nell’Amministrazione Comunale di Totò Brigida. Voglio in particolare ricordarlo con affetto di “discepolo” amico e testimone per l’opera pioneristica che svolse nelle fasi precedenti e successive all’avvio degli scavi archeologici che portarono alla creazione del Museo Archeologico Regionale di Marianopoli, che dal 1984 in altro edificio comunale di Piazza Garibaldi, rappresenta una straordinaria realtà culturale nell’ambito delle strutture museali presenti nell’area centro-meridionale della Sicilia. Le prime fortunate campagne di scavo del 1977-78, furono condotte dalla Soprintendenza di Agrigento e poi continuate meritoriamente dalla Soprintendenza di Caltanissetta; furono il frutto dell’impegno civico che aveva visto promotori di prima linea il gruppo di giovani appassionati locali formatosi proprio attorno agli studi di Roberto ed Emanuele Valenti, in particolare con la pubblicazione del libro memorabile Epopea di tre città del 1980, di Emanuele Valenti, che identifica il sito con ramificazioni conoscitive che toccano la cultura neolitica del V millennio a.C. a Monte Castellazzo di Marianopoli, fino all’epilogo tragico di Mytistraton, durante la prima guerra punica. Questo è per memoria agli Atti della ricerca archeologica che ha fatto Storia, scritto nel 2000 da Rosalba Panvini nella Presentazione del Catalogo sul Museo di Marianopoli: “Essi sono il frutto delle ricerche condotte … su sollecitazione di alcuni studiosi locali, tra i quali va ricordato il Geom. Emanuele Valenti, nell’esplorazione sistematica del territorio prossimo al paese. … Grazie a tali ritrovamenti fu tracciata in maniera completa la storia della frequentazione umana in quest’area della Sicilia interna”.
Fra le attività di Emanuele che non devono essere dimenticate c’è anche quella di animatore culturale della realtà umana per cui si spese lucidamente fino a quando ne ebbe le forze. Ci piace ricordarlo, dal “discepolato della prima linea” che lo seguì anche nell’opera di “formatore” civico nella breve vita associativa del Circolo culturale Polaris, per quanto scrisse da Presidente nella Prefazione del n.1, dei 5 che riuscimmo a stampare, dei Quaderni del Circolo:
“Sono già trascorsi quindici anni dalla prima campagna di scavi a Castellazzo di Marianopoli. L’entusiasmo suscitato da quella prima ricognizione sommaria, provocò l’esecuzione degli interventi successivi a quel lontano 1977 fino a portare … la messa in luce dei reperti, la nascita del museo a Marianopoli … con inaugurazione del museo, alla sua apertura nel 1984. Vi fu allora, e vi è tuttora, la brama comune di alcuni volenterosi di portare avanti, costi quel che costi, l’esplorazione archeologica; approfondirne ogni aspetto, soprattutto sulle indicazioni che essa potrà darci per una conoscenza più esauriente di quegli eventi storici, che stanno alla base delle nostre origini. Attraverso tale conoscenza potrà anche essere placata la fisiologica angoscia esistenziale che spinge l’uomo a cercarla per comprendere meglio se stesso e per trovare un più giusto orientamento alle proprie ragioni di vita, ma anche alle ragioni di vita dei nostri figli e discepoli. … il “museo” -che custodisce l’immobilità del passato, resaci dal culto di quei nostri antenati che lo consacrarono come futuro, perché a noi fosse restituito- dovrebbe costituire meta certa ed inderogabile non solo di studio, ma anche di devozione soprattutto per chi immobile non vuol restare e per chi sente rifluire dentro di sé il passato come condizione fisica dell’avvenire. … il Circolo culturale Polaris … si propone di lanciare un messaggio di sollecitazione verso le istituzioni, ma soprattutto verso la scuola -perché questa possa operare nei confronti dei ragazzi, in maniera che già la ricerca dei materiali didattici e delle fonti non costituiscano ostacolo per chi intenda affrontare temi inconsueti come quelli relativi alle nostre zone archeologiche-. L’intento unico è quello di valorizzare i siti: i frutti saranno conseguenti. … Emanuele Valenti (Marianopoli 13.4.1992)”
Sit tibi terra levis, requiescat in pace, dicevano gli Antichi.
Buon Viaggio Emanuele.
Carmelo Montagna