Home Cronaca Marianopoli rilancia Gerardina Trovato. Da meteora a personaggio del momento

Marianopoli rilancia Gerardina Trovato. Da meteora a personaggio del momento

382 views
0
Marianopoli – “Non è stata una scommessa, nè ricerca dello scoop, ma solo il desiderio di dare un segno di stima e riconoscenza ad un’artista dimenticata, ma, oggi, rivelatasi, comunque amatissima dal pubblico”. Esordisce così la breve chiacchierata con la redazione, il sindaco di Marianopoli, Salvatore Noto, visibilmente soddisfatto per quello che è stato, principalmente, un gesto di solidarietà. Che poi si sia rivelato una mossa vincente è stato solo il piacevole effetto collaterale del caso. Ovverosia della scelta.
Stiamo parlando di Gerardina Trovato e della vicenda che ha scosso e smosso i social, ancorchè le coscienze. Gerardina Trovato, cantante figlia di un medico catanese e di un’insegnante di pianoforte, conosciuta per la sua voce inconfondibile e le sue hit degli anni ’90, come “Ma non ho più la mia città”, dopo anni di silenzio, è tornata a far parlare di sè. Ma per ragioni molto meno felici! Proprio da Marianopoli è ripartito il riscatto dell’artista catanese che è il personaggio del momento, ricercata da giornalisti, sommersa dall’affetto di artisti e fan e la cui agenda inizia a rimepirsi di impegni.
“Non abbandonatemi” è stato l’appello lanciato su TiK Tok dall’artista siciliana -dal nome e dalla grinta onestamente indimenticabili- famosa per la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1993, in un momento di grande difficoltà personale e professionale. A causa di gravi problemi di salute e difficoltà economiche. Ma adesso la cantante ha deciso di tornare alla ribalta, confidando nelle persone che un tempo l’avevano applaudita e sostenuta. Fra queste -forse un pò più inaspettata- la reazione di un sindaco, di un’amministrazione, potremmo dire “di frontiera”- piccoli, piccolissimi comuni ma dal cuore grande. Marianopoli, il paese della dama di Mitistrato, che a tendere una mano non ci ha pensato un attimo. Così come, dall’oblio alla rinascita è stato un passo. Marianopoli ha suggellato la  ricomparsa sulla scena della cantautrice lo scorso 12 agosto, in occasione della festa patronale. Un esempio che adesso molti comuni, più o meno importanti, si apprestano ad emulare. E che ha consegnato il piccolo paese dell’entroterra siciliano più impervio alle cronache del tanto blasonato “Corriere”.
“Sono un sindaco di cinquantadue anni”, riferisce Noto, “inevitabilmente cresciuto con le canzoni di Gerardina Trovato. Grazie al mio assessore, Ninni Cannavò, anche lui fan della Trovato, sono venuto a conoscenza degli ultimi eventi che hanno caratterizzato la storia personale di Gerardina. Dopo il debutto e il trionfo all’Ariston il 23 febbraio del ’93, il destino, con lei, non era stato dei più clementi. Mentre scende le scale, fiera e luminosa, come una star, Gerardina, in quel febbraio di tren’anni fa, non sa che, da lì a breve, il suo brano “Ma non ho più la mia città” arriverà secondo, dietro solo, per una manciata di voti, a “La solitudine”. E non sa neanche, Gerardina, quella sera, che il pubblico che da lì a poco, rapidamente,  la acclamerà, altrettanto rapidamente la dimenticherà. Posteggiandola nel limbo del dimenticatoio, assieme ai suoi colleghi, quando sarà arrivato il tempo, infelice, della malattia. Prima fisica e poi psicologica. Due cose, che, non a caso, si sa, sovente, vanno di pari passo.
La Fortuna -purtroppo si sa anche questo-  è una dea volubile e capricciosa, con le ali ai piedi che ne simboleggiano la fuggevolezza. Una dea cieca che elargisce doni dalla sua cornucopia, così, distrattamente, senza guardare dove nè a chi.
Il brano della Trovato, quello che l’ha consegnata al successo,  parla di un sentimento, quello che molto semplicemente e molto più chiaramente i Tedeschi, maestri di precisione pure nella lingua, in pochissime sillabe, chiamano “Heimweh”. La nostalgia di casa, il “nostos” greco. Quello stesso sentimento per cui, noi raffinatissimi italiani, figli della lingua di Dante, abbiamo bisogno necessariamente di un aggettivo per definirlo. Un sentimento che sarebbe stata quasi una profezia ante litteram per l’artista catanese che, oggi, più che alla nostalgia di casa, anela a quella dei fans. Linfa vitale per ogni artista.
“In noi è scattato qualcosa”, prosegue Noto,  “-coscienza, etica o qualcos’altro che non ci è dato sapere- mentre, nella nostra mente, si faceva sempre più largo l’idea del riscatto, di quella seconda possibilità che non andava negata”.
Ed è stato così che ha preso forma un pensiero, nobile fuori da ogni dubbio, nell’assoluta consapevolezza dei rischi e delle critiche a cui si poteva andare incontro. Ma altrettanto consapevoli che Gerardina è un pezzo della nostra terra, quindi della nostra identità e che, mai come ora, lei avrebbe avuto bisogno della sua gente, del suo palco. E che Marianopoli non avrebbe detto “no”!
Così, dopo i contatti preliminari, si è avviata quella pratica “più dell’anima che delle cose o, per meglio dire di quelle cose, tutte, invisibili agli occhi”.
L’emozione è scoppiata, prima ancora che sul palco o nel caos delirante della folla, nell’ambiente più intimo e dimesso del camerino messo a disposizione dal parroco. L’imbarazzo del sindaco che cercava di trovare le parole più giuste alla circostanza -se mai ci sono le parole giuste (ndr)- si è sciolto nell’abbraccio di un istante indimenticabile, l’abbandono di Gerardina, artista fra gli uomini -al cuore devoti, più che ai voti- sulla spalla del sindaco. Ed è stata la rivelazione di quell’istante infinito che ha sciolto, non solo l’imbarazzo iniziale, ma persino ogni dubbio -se mai ve ne fossero stati- sulla bontà dell’iniziativa.
L’empatia venutasi a creare in quel meraviglioso incontro di anime appena sbocciato si è beata della confidenza del racconto delle ore precedenti a quel momento…un matrimonio civile appena celebrato… per dirne una… e non c’è stato bisogno di altro.
Il resto, lo ha fatto il pubblico, dopo. L’esibizione è stata un trionfo. Perchè un immenso pubblico aspettava la sua star, impaziente di tributarle l’affetto e la stima, nonchè il proprio incoraggiamento. A proseguire! “Rinascere dalle proprie ceneri, come il mito della Fenice, davvero si può”. Grazie a quei sentimenti che davvero faticano a farsi strada in questo mondo, ateo e profano, che quasi giudica l’amore come un’eresia. Coi fatti se non con le parole. perchè con le parole siamo tutti bravi. Coi fatti poi…
“Sono sindaco da sette anni e ne ho viste di cose. Ho incontato davvero tante persone, ma la giornata del 12 agosto 2024 avrà sempre un posto privilegiato nel cassetto delle cose importanti. Una giornata in cui la mia comunità ha offerto all’artista -in un insolito e meraviglioso gioco delle parti- lo spettacolo più bello che si potesse immaginare. E tutto questo solo grazie a quella cosa straordinaria chiamata comunità, senza la quale nulla sarebbe possibile”.

Ti è piaciuto questo post?

Clicca sulle stelline per dare un voto!

Average rating 2.8 / 5. Vote count: 4

Vota per primo questo articolo

Condividi