Caltanissetta – Il carcere piuttosto che gli arresti domiciliari nella stessa casa del padre. Con il quale i litigi si sarebbe fatti sempre più frequenti.
Ma, ironia della sorte, dopo essersi fatto volontariamente arrestare dalla polizia è tornato ancora ai domiciliari.
Al centro della singolare storia v’è un giovane nisseno. È il venticinquenne nisseno Luca Romano – assistito dall’avvocato Giuseppe Dacquì – comparso dinanzi il giudice per la direttissima.
A fine dicembre scorso è stato arrestato per avere aggredito un agente di polizia municipale che gli stava requisendo un carico di frutta.
Oltre al sequestro della merce è scattata, in quella circostanza, anche una sanzione amministrativa. Provvedimenti che, allora, gli hanno fatto perdere la testa. Ma dopo l’arresto ha poi ottenuto i domiciliari.
Nei mesi a seguire la situazione tra lui e il padre si sarebbe fatta sempre più tesa. Con litigi in casa che sarebbero stati frequenti.
Fino a spingere il ragazzo a costringere la polizia ad arrestarlo. Già perché è evaso volontariamente. In un borsone ha messo qualche effetto personale ed è uscito di casa.
Inevitabilmente, nel momento in cui gli agenti lo hanno incrociato per strada, è stato arrestato e trasferito in carcere.
Al giudice ha poi spiegato le ragioni della sua evasione e la sua scelta di preferire restare in una cella del Malaspina piuttosto che ai domiciliari.
E il giudice, per questa vicenda, lo ha rimesso in libertà. Ma nel concreto, per via di altre grane giudiziarie, è tuttavia tornato agli arresti in quella stessa casa.
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