Home Cronaca Minacce di morte e persecuzione a moglie e suocero, «stalker» condannato

Minacce di morte e persecuzione a moglie e suocero, «stalker» condannato

656 views
0

San Cataldo – Condannato un «marito molesto». Che avrebbe perseguitato e minacciato di morte moglie e suocero. E, al termine del processo con rito abbreviato, ne è uscito con una pena sensibilmente inferiore rispetto alle richieste dell’accusa.

È di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione la pena inflitta al quarantottenne sancataldese  Salvatore Faulisi – assistito dall’avvocatessa Mariangela Randazzo – a fronte dei cinque anni e quattro mesi di reclusione chiesti dal pubblico ministero. Verdetto in continuazione con una precedente sentenza – emessa dalla corte d’Appello di Caltanissetta nell’aprile scorso e divenuta definitiva – ancora per atti persecutori e sempre ai danni della moglie, ma riferiti a un periodo precedente rispetto a quello finito al centro di quest’ultimo processo.

Ora è stato giudicato colpevole, dal gup Santi Bologna , di stalking, danneggiamento e violazione di domicilio.

E dovrà pure risarcire le due parti civili secondo quanto verrà successivamente stabilito in un procedimento.

Lo scenario al centro di questa parentesi processuale partono dal 27 luglio 2018 in poi. Con una particolare escalation un paio di anni addietro. Da qui la querela che poi lo ha ritrascinato nei guai per situazioni “fotocopia” rispetto alle precedenti.

Sì perché il quarantottenne – dopo che gli era stato notificato un provvedimento di condanna per una precedente denuncia presentata da moglie e suocero – si sarebbe presentato in casa loro minacciandoli con espressioni del tipo «vi ammazzo», «vi scanno, «vi svampo».

Una settimana dopo, invece, avrebbe danneggiato l’auto del suocero prendendola a pietrate e mandando pure in frantumi i finestrini.

«Non avevo brutte intenzioni… ho solo sbagliato a parlare», s’è poi giustificato l’accusato rispondendo alle domande dei magistrati.

Faulisi in passato è stato coinvolto in altre inchieste e, tra queste, in una per armi ribattezzata «Enclave» con un presunto progetto di attentare a un maresciallo dei carabinieri che li stava indagando per furti in una grossa azienda agricola confiscata per mafia e in cui aveva anche lavorato Tony Ciavarello, genero del capomafia Totò Riina. E da questa vicenda ne è poi uscito con una condanna, in Cassazione, a tre anni e tre mesi, già scontati.

Ti è piaciuto questo post?

Clicca sulle stelline per dare un voto!

Average rating 0 / 5. Vote count: 0

Vota per primo questo articolo

Condividi