Caltanissetta – È per un presunto caso di malasanità che quattro medici vanno sotto processo. Definitivamente archiviata , invece, una quinta posizione.
Tutti, tra chirurghi vascolari e un radiologo ospedalieri, sono stati tirati in ballo per il decesso, dopo un intervento chirurgico, del giornalista nisseno Lino Lacagnina, settantaquattrenne al momento del luttuoso epilogo che risale al 24 febbraio dello scorso anno. Il suo cuore s’è fermato il giorno dopo essere finito sotto i ferri.
Rinviati a giudizio il primario dell’unità di chirurgia vascolare del «Sant’Elia» di Caltanissetta, il sessantaquattrenne Nicola Reina, due medici dello stesso reparto, il quarantaquattrenne Michele Savaia e il cinquantasettenne Filippo Calì e il sessantanovenne Salvatore Dell’Aira primario di radiologia pure lui del «Sant’Elia».
Prosciolto, di contro, il sessantaduenne Paolo Frigatti, primario di chirurgia vascolare dell’ospedale «Santa Maria della Misericordia» di Udine. Che, come spiegato rendendo dichiarazioni spontanee al cospetto del gup Santi Bologna , non sarebbe intervenuto sul paziente, ma sarebbe solo passato per breve tempo dalla sala operatoria. E alla fine il suo nome è uscito dal fascicolo processuale che andrà al giudice per l’apertura del procedimento a carico dei medici accusati di omicidio colposo aggravato.
Questo lo scenario, da punto di vista giudiziario, tracciato dall’udienza preliminare a carico dei medici – assistiti dagli avvocati Giacomo Butera, Sergio Iacona e William Giacalone – che dal canto loro, attraverso i difensori, hanno respinto le contestazioni dell’accusa rimarcando, di contro, la correttezza del loro operato.
Nel processo che si aprirà l’azienda sanitaria provinciale – assistita dall’avvocato Giuseppe Balistreri – è stata citata come responsabile civile.
Mentre parti civili – assistiti dagli avvocati Aldo Bellomo e Vincenzo Toscano – saranno moglie e sorelle del giornalista.
