Caltanissetta – È per un presunto caso di malasanità che sono stati chiamati causa. Ma su un drappello di diciannove medici, adesso solo in sei rischiano il giudizio.
Perché altre tredici posizioni sono già state archiviate su richiesta della stessa procura. Per i restanti professionisti, invece, si sono aperte le porte dell’udienza preliminare.
A cominciare dal primario di neurologia dell’ospedale Sant’Elia, Michele Vecchio e gli altri specialisti dello stesso reparto, Rosalia Linda Verniccio, Clorinda Occhipinti Linda Iurato, Roberto Grimaldi e Maria Giovanna Randisi – assistiti dagli avvocati Giacomo Butera, Rocco Guarnaccia e Walter Tesauro – chiamati in causa per l’ipotesi di omicidio colposo.
Contestazione legata al decesso di Maria Marotta avvenuto il 19 ottobre di due anni fa. Ed i figli hanno chiesto adesso di potersi costituire parti civili.
La loro madre prima è stata ricoverata all’ospedale di Canicattì, poi è stata trasferita al «Sant’Elia». Ma, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stata sottoposta a una terapia che le avrebbe provocato una forte emorragia cerebrale.
Da qui il trasferimento a rianimazione, sempre del nosocomio nisseno. Ma le sue condizioni di salute sono poi definitivamente precipitate, fino all’arresto cardio-circolatorio
Ora il primario di neurologia, Vecchio, ha messo in discussione la consulenza redatta dagli esperti della procura asserendo, in sintesi, che il caso della paziente è stato gestito, da lui e dai suoi colleghi, seguendo i protocolli internazionali. La terapia sarebbe stata adeguata, sempre secondo la teoria difensiva.