Home Cultura Mussomeli, Catena Fiorello all’agriturismo Monticelli ha presentato la sua ultima fatica “Amuri”

Mussomeli, Catena Fiorello all’agriturismo Monticelli ha presentato la sua ultima fatica “Amuri”

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Mussomeli– Giovedì 26 Agosto alle ore 19:30 presso l’Agriturismo Monticelli, in contrada Monticelli, serata all’insegna della cultura con la presenza di Catena Fiorello Galeano, scrittrice catanese, sorella dello showman Rosario e dell’attore Giuseppe Fiorello. La serata, allietata dalla partecipazione del cantastorie Nonò Salamone, accompagnato da Salvo Ladduca alla chitarra, Stefano Indelicato alla pianola,  ha visto la presentazione della sua ultima fatica “Amuri”, dove Catena con un fare coinvolgente, accattivante e pieno di pathos non privo di qualche espressione dialettale, “perché certe espressioni non possono che dirsi in dialetto”, ha saputo interessare una sala che pendeva dalle sue labbra, alla fine non ci si è annoiati ed è sembrato pure un peccato che la serata fosse comunque giunta a termine.  L’incontro organizzato dalla FIDAPA Bpw Italy sez. di Mussomeli, è stato preceduto dai saluti istituzionali di Ilaria Sparacello, Presidente della locale sezione della FIDAPA, che ha fatto gli onori di casa, una rappresentante del vicino comune di Cammarata e l’assessore Valenza per il comune di Mussomeli che ha portato i saluti del sindaco. Dopo una serie di successi partiti da un esordio scintillante che s’intitolava Picciridda e che ora è un film sbarcato su Amazon America, l’ultima produzione è  Amuri, edito da Giunti, è la storia di una trentacinquenne con un matrimonio in crisi e della sua famiglia d’origine, bruciata fra odi incrociati in un giorno felice d’estate in cui lei aveva dieci anni, senza che mai qualcuno le spiegasse perché da allora i suoi genitori si fossero detestati, perché sua madre avesse smesso di parlare col fratello, perché mai più nessuno fosse tornato nella casa di Alicudi. Catena Fiorello ha nostalgia di un posto che non ha mai visto e quel posto è l’isola di Alicudi. Esiste una parola finlandese, Kaukokaipuu, significa “nostalgia dei luoghi mai visti”. Catena colleziona foto, libri, è come se avesse vissuto li qualcosa di tormentato che ancora agita il suo inconscio. La sceglie per questo romanzo perché vuole raccontare un amore anche doloroso: la storia di una figlia che, per risolvere la sua crisi di coppia, ha bisogno di capire cos’è successo ai suoi genitori e tornare nell’ultimo posto dove tutti sono stati felici. In definitiva, Catena si porta dietro svariate ossessioni: i segreti (in generale, delle persone e, in particolare, dei genitori); la nostalgia, appunto, di un’isola mai vista come Alicudi; le coppie “che vanno tutte al macello, a meno che non decidano di sopportare in silenzio”; e le bugie a fin di bene che finiscono per fare molto male. Tutte queste cose confluiscono nella sua ultima fatica dal titolo “Amuri”. C’è una donna alla quale è stato impedito, con la menzogna, di sposare l’uomo che amava e la sua infelicità ricade sui figli e su tutta la famiglia. La frase che la madre ripete alla figlia è “tutte le coppie vanno al macello e quelle che non ci arrivano è perché hanno deciso di sopportare in silenzio”, ma la protagonista Isabella non si rassegna, lascia un marito, medico in carriera, che sembra perfetto, ma che la trascura.  Catena ama sottolineare che viene da un’esperienza familiare diversa: il papà, militare della Guardia di Finanza, era un uomo trasparente che amava e viveva per la famiglia, cantava come Domenico Modugno, retto, non c’erano segreti, c’era solo verità. Ecco “Amuri”, rappresenta una storia di rinascita, ambientata in un’isola tanto scomoda quanto affascinante dove emerge, come di consuetudine in tutti i libri di Catena, l’amore e il legame per una terra bella, solare dove si trova di tutto: bellezza e orrore, arte, cultura ma anche ignoranza e degrado. Una terra che per Catena non ha eguali come ispirazione per i propri romanzi.

 

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